La giornata politica di ieri è stata inaugurata dalla notizia sull’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, da cui sono spiccati in particolar modo due legati da 100 milioni di euro ciascuno alla compagna Marta Fascina e al fratello Paolo e l’altro da 30 milioni allo storico amico Marcello Dell’Utri. E di fatto è stato sancito il passaggio della maggioranza di Fininvest a Marina e Pier Silvio.

Dal 5 ottobre scorso Daniela Santanchè, ministro del Turismo, risulta essere indagata insieme alla sorella Fiorella Garnero e al compagno Dimitri Kuntz D’Asburgo. Non si placa dunque lo scontro politico che in questi giorni ha infiammato il dibattito tra la maggioranza e l’opposizione.

Ad animare ulteriormente gli animi è stata la decisione del gip di Roma di procedere per imputazione coatta nei confronti di Andrea Delmastro nell’ambito dell’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito. Il sottosegretario alla Giustizia non ha alcun dubbio e continua a difendere la propria posizione, dicendosi fiducioso del fatto che la vicenda si concluderà in maniera positiva: «Avrò modo, davanti al Giudice per l’udienza preliminare, di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell’elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo».

La combo di notizie che riguarda gli esponenti di Fratelli d’Italia ha fatto registrare la reazione di fonti di Palazzo Chigi, secondo cui in occasione di un processo di parti «non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice per le indagini preliminari imponga che si avvii il giudizio».

Dunque dagli ambienti dell’esecutivo è stato agitato un sospetto ben preciso: «È lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee».

Su questo punto Elly Schlein ha affidato a una nota il proprio sconcerto per quello che viene giudicato un fallo di reazione da parte del governo che non può essere tollerato. Il segretario del Partito democratico ha definito quelle di Santanchè e Delmastro due pagine che con il passare del tempo «stanno ormai diventando davvero inquietanti».

A suo giudizio è «assolutamente inaccettabile» che da Palazzo Chigi qualcuno abbia alimentato «un pericoloso scontro tra poteri dello Stato diffondendo una nota con toni intimidatori nei confronti della magistratura». Nel frattempo tra Pd e Movimento 5 Stelle si è aperto un nuovo fronte che, al di là del salario minimo, rischia di ostacolare ancora una volta quell’intricato tentativo di unità.

Al Pd non è piaciuta la mossa con cui i grillini hanno accelerato per depositare la mozione di sfiducia all’indirizzo del ministro Santanchè. Inoltre all’orizzonte temi assai delicati, come ad esempio il Mes, potrebbero rivelarsi bastoni tra le ruote ai danni di un’operazione mediatica che punta a fornire un’immagine di compattezza.