Alfredo Cospito ha sospeso dopo sei mesi lo sciopero della fame confortato dalla decisione della Corte Costituzionale che accogliendo l’eccezione della difesa ritenuta valida dalla corte di assise di appello di Torino gli consentirà di beneficiare delle attenuanti e di evitare l’ergastolo chiesto dal procuratore generale Piero Saluzzo per i pacchi bomba di Fossano del 2006.

È stato lo stesso anarchico a comunicare la decisione utilizzando un modulo prestampato per i rapporti tra i detenuti e i giudici di sorveglianza. Cospito attualmente al reparto detenuti dell’ospedale San Paolo chiede di ritornare nel carcere di Sassari Bancali dove si trovava prima del trasferimento nella prigione di Opera. Da diversi giorni comunque Cospito aveva ripreso ad alimentarsi con brodi vegetali oltre ad assumere integratori come gli aveva consigliato di fare il medico di fiducia Andrea Crosignani. Per ora l’anarchico non può assumere cibi solidi a causa delle conseguenze del lunghissimo digiuno che gli hanno causato danni neurologici, un dolore al piede e enormi difficoltà di deambulazione.

In un comunicato l’avvocato Flavio Rossi Albertini spiega: “Con il suo corpo sempre più magro e provato Cospito ha dimostrato cosa significhi in concreto il regime detentivo speciale, illogiche privazioni imposte ai detenuti, aspre limitazioni prive di legittimità, deprivazione sensoriale, impossibilità di leggere di studiare e di ricevere libri e riviste. La mobilitazione del movimento anarchico e di intellettuali il mondo dei media hanno permesso la veicolazione di questi scomodi argomenti. Grazie a Cospito il 41bis è sempre meno tollerato da una opinione pubblica chiamata a un ruolo attivo”.

Il legale ricorda il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo che sarà valutato sia pure in tempi molto lunghi. “La lotta intrapresa da Cospito ha raggiunto gli obiettivi prefissati – conclude l’avvocato – Cospito ringrazia tutti quelli che hanno reso possibile questa inusuale quanto tenace forma di protesta”. Intanto è ripartito il dibattito politico sul caso di Alfredo Cospito. Il sottosegretario alla giustizia Andrea Del Mastro, indagato per violazione di segreto per aver messo al corrente il collega Giovanni Donzelli delle intercettazioni dentro la prigione, accusa la sinistra “di intorbidire le acque dopo la sentenza della Consulta. La possibilità del riconoscimento delle attenuanti incide sulla pena finale e non certamente sul regime carcerario del 41bis che rimane a causa delle sentenze che hanno sempre precisato la pericolosità sociale di Cospito”.

Anche per il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti “la sinistra prova a creare un caso politico sul nulla”. Ilaria Cucchi del gruppo parlamentare di Sinistra e Verdi chiede al ministro Carlo Nordio di riaprire il caso del 41bis proprio alla luce della sentenza della Consulta “perché c’è stata una vittoria dei diritti”. Senza più il rischio dell’ergastolo, anche se con la prospettiva comunque di una condanna pesante compresa tra i 21 e i 24 anni, riparte il contenzioso sull’applicazione del carcere duro che era stato criticato anche da parte di organi accusatori della magistratura, come la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e la distrettuale di Torino le quali avevano indicato come soluzione la condizione dell’alta sicurezza, un gradino appena più in basso del 41bis. Subito dopo la decisione della Consulta il difensore Flavio Rossi Albertini aveva precisato che solo un intervento del ministro Nordio può far uscire Cospito dalle restrizioni del 41bis deciso a maggio del 2022 da Marta Cartabia.