La Corte Costituzionale apre la via per uno sconto di pena per Alfredo Cospito, facendo cadere la norma che avrebbe vincolato la Corte d’assise d’appello di Torino a condannarlo necessariamente all’ergastolo per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano. La Corte, come scrive nel suo comunicato dopo la camera di consiglio, ha preso una decisione “in continuità con i suoi numerosi e conformi precedenti” e quindi ha bocciato come “costituzionalmente illegittimo” l’articolo del codice “nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo”.

Secondo la Corte, “il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso art. 69. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva“.

Dopo i tanti “no” incassati in questi mesi dalla magistratura (e anche dal ministro Nordio) sulla revoca del 41 bis e sulle richieste di differimento della pena e dei domiciliari, Alfredo Cospito torna a sperare. Si apre ora la possibilità anche di scontare una pena meno severa, tra i 20 e i 24 anni, all’ anarchico, da 6 mesi in sciopero della fame. “Apprendiamo finalmente una notizia incoraggiante per tutti e tutte coloro che quotidianamente sono chiamati ad applicare il diritto o a subirne l’applicazione. La decisione di quest’oggi della Corte costituzionale restituisce finalmente dignità alle questioni giuridiche sottese alle vicende umane, non ultima quella di Alfredo Cospito”. Lo afferma il difensore dell’anarchico Flavio Rossi Albertini.

“Rifuggendo dai tentativi di politicizzare le singole vicende giudiziarie il giudice delle leggi ha riconosciuto l’incostituzionalità dell’art. 69 comma IV nella parte in cui non prevede la possibilità della prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata per i reati per i quali è prevista la pena fissa dell’ergastolo – prosegue il penalista -. Come avevamo sempre affermato fin dall’udienza del 5 dicembre scorso e ribadito quest’oggi la pena fissa dell’ergastolo è ex se indiziata di incostituzionalità e il divieto di bilanciamento acuisce questo giudizio, impedendo al giudice della cognizione di individualizzare la pena per il fatto commesso dall’imputato. La Corte ha condiviso il ragionamento della difesa. Un grande successo per il diritto e per la vicenda giudiziaria involgente Alfredo Cospito”.

“Non si alimenta con pasta, pesce e carne, da 180 giorni. Non avremmo mai pensato che sarebbe giunto vivo al 18 aprile – aveva detto in mattinata l’avvocato – Ma ha perso la capacità di deambulare, non muove più un piede e ha perso 50 chili di peso”.

Mentre Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, sottolinea: “Con la sentenza di oggi la Consulta stabilisce definitivamente che la pena deve corrispondere alla gravità del reato. Non è possibile trattare allo stesso modo casi in cui ci sono morti e casi in cui, invece, non ci sono stati neanche feriti. Passo passo la legge ex Cirielli, che era un obbrobrio giuridico in evidente conflitto con l’articolo 27, è stata demolita. Ci auguriamo che la rideterminazione della pena, a questo punto conseguente, porti anche il ministro della Giustizia Nordio ad una rivalutazione relativa al regime 41-bis in cui Cospito è attualmente detenuto”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.