«Il testo non esiste». L’onorevole Pierantonio Zanettin “smaschera” dunque la riforma del Csm targata Alfonso Bonafede. Il Consiglio dei ministri, leggendo i comunicati delle agenzie, sembrava avesse approvato lo scorso 6 agosto, sulla scia del Palamaragate, la riforma dell’Organo di autogoverno delle toghe. Zanettin, da questa settimana neo capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Montecitorio, ha passato giorni alla ricerca del testo che, nelle intenzioni di Bonafede, avrebbe dovuto porre fine alla degenerazione del correntismo in magistratura. La ricerca di Zanettin, però, è stata vana, in quanto la riforma è al momento “salvo intese”. Quindi ancora nulla di definito e tutto lasciato alla futura mediazione fra le forze di governo.

Onorevole Zanettin, quindi nessuna riforma?
Nulla di nuovo. Solamente i soliti annunci del ministro della Giustizia. Siamo ormai abituati ai suoi proclami autocelebrativi e propagandistici. Di tutti questi ambiziosi progetti a suo tempo enunciati nessuno si è minimamente concretizzato.

La riforma epocale della giustizia?
Ecco, appunto. Era stato lo stesso Bonafede in occasione proprio dell’approvazione della “Spazzacorrotti” che aveva riconosciuto che il nuovo testo della prescrizione (bloccata dopo la sentenza di primo grado, ndr) poteva reggere soltanto insieme a una riforma “epocale” della giustizia penale. Ma finora di questa riforma “epocale” si sono perse le tracce.

Anche in questo caso nessun testo?
Alla Camera è incardinata la riforma del penale. Al Senato del civile. Dobbiamo ancora stilare il calendario delle audizioni. Sui tempi veda lei. Saranno lunghissimi.

Nel frattempo lo Spazzacorrotti è legge da un anno…
Esatto. Il primo gennaio di quest’anno il blocco della prescrizione si è abbattuto su Corti di appello già prostrate dalle croniche carenze di personale amministrativo e di magistrati. L’emergenza Covid-19 ha poi fatto il resto. Un disastro totale.

Che bilancio dare dell’operato del ministro Bonadede?
Un completo fallimento di due anni di governo nazionale a guida MoVimento 5 Stelle. Solo intercettazioni a strascico, trojan a tappeto, più carcere.

Anni perduti?
Non solo. Anni in cui si sono colpiti i diritti costituzionali di tutti i cittadini. Con processi dalla durata imprecisata.

Torniamo alla riforma del processo penale. Qualche bozza è circolata in questi mesi…
Il progetto di riforma del processo penale voluta dai 5s terrorizza. I tempi ridotti per la celebrazione dei processi si vorrebbero ottenere a scapito delle garanzie dei cittadini, attenuando i diritti di difesa, limitando le impugnazioni, violando il contraddittorio e i principi di collegialità e di oralità dei processi.

Lei è stato al Csm, cosa pensa del Palamaragate?
Mi sembra la scoperta dell’acqua calda. Gli accordi fra le correnti in magistratura ci sono sempre stati.

Tutti sapevano?
Certo. E nessuno si indignava. Una indignazione molto farisaica visto che di interventi per risolvere il problema non ne è stato fatto uno.

Il sistema va bene a tutti?
Si.

Lei è stato anche in Quinta commissione del Csm, quella per gli incarichi direttivi. Ha visto “spartizioni” sulle nomine?
Si. E mi sono sempre opposto a queste spartizioni che ho denunciato. Spesso da solo. Quando era relatore ho cercato di puntare sul merito. Però vedevo aspetti poco chiari, opachi, soprattutto sulle tempistiche di certe nomine per favorire incastri che accontentassero tutti.

Se venisse tolta la componente laica dal Csm?
Aumenterebbe il potere delle correnti. A dismisura.