Esisteva un piano per ricattare Giuseppe Pignatone e alcuni magistrati che aspiravano al suo posto? Nei brogliacci dell’inchiesta di Perugia che ha terremotato il Csm spunta una frase inquietante: «L’unico che non è ricattabile è Viola (Marcello, procuratore generale di Firenze, ndr)». La terribile affermazione, mai valorizzata fino ad oggi, viene pronunciata lo scorso maggio dal pm Luigi Spina, all’epoca consigliere del Csm in quota Unicost, durante un colloquio, intercettato dal Gico della guardia di finanza, con il collega di corrente ed ex presidente dell’Anm Luca Palamara. Siamo alla vigilia della scelta del nuovo procuratore di Roma. Per Giuseppe Pignatone l’8 maggio è l’ultimo giorno di lavoro a piazzale Clodio. Il Csm ha fretta e vuole procedere subito con la nomina del suo successore. Per abbreviare i tempi si decide di non effettuare le audizioni degli aspiranti. Anche Piercamillo Davigo è d’accordo.

Sono giorni frenetici. I candidati per la Procura più importante d’Italia, quella che vale due o tre Ministeri, sono tredici. Oltre a Viola ci sono i procuratori di Firenze e Palermo, Giuseppe Creazzo e Francesco Lo Voi. Viola e Lo Voi sono esponenti di Magistratura indipendente, la corrente di destra, Creazzo è invece di Unicost. Fra i concorrenti c’è anche Michele Prestipino, aggiunto alla Procura di Roma e da sempre stretto collaboratore di Pignatone, prima a Palermo e poi a Reggio Calabria. Spina e Palamara si sentono e si vedono spessissimo. Ogni loro incontro è registrato tramite il trojan che ha infettato il cellulare di Palamara su ordine della Procura di Perugia che indaga l’ex capo dell’Anm per corruzione. Uno di questi colloqui, quello in cui comunicherà a Palamara dell’arrivo del fascicolo di Perugia al Csm, costerà a Spina l’incriminazione per il reato di violazione del segreto d’ufficio. Ma torniamo al colloquio fra Spina e Palamara sul successore di Pignatone.

La conversazione, leggendo la trascrizione della finanza, è concitata. Spina riferisce di incontri avuti con alcuni magistrati a proposito della nomina del nuovo procuratore di Roma. Da quanto emerge non tutti sarebbero convinti di Viola, preferendo altri candidati. «Voi mettete uno che rischia di essere ricattato come è stato ricattato Pignatone», è stata allora la risposta di Spina a questi colleghi incerti sul nome del procuratore generale di Firenze. Viola, va comunque ricordato, è sempre stato all’oscuro di tutto, come emerso dalle indagini di Perugia.
A quale ricatto si riferisce l’ex togato del Csm e chi ne sarebbe l’autore? Spina, dopo essersi dimesso, è ora procuratore facente funzioni di Castrovillari. Non sappiamo se la Procura di Perugia gli abbia chiesto di spiegare queste sue affermazioni. Durante il colloquio fra i due, poi, emerge anche il piano dei “nemici” di Area, la corrente di sinistra che nella scorsa consiliatura faceva asse con Unicost. Questo lo schema, secondo Spina, delle toghe progressiste: «Lo Voi a Roma e Prestipino a Palermo».

Per Area si tratterebbe di un ritorno sui propri passi, visto che nel 2014 osteggiò in tutti i modi la decisione di mandare Lo Voi a Palermo.
La nomina venne contestata da Guido Lo Forte e Sergio Lari. In primo grado il Tar diede ragione a quest’ultimi, ma il Consiglio di Stato ribaltò la decisione confermando Lo Voi al proprio posto. La sentenza a Palazzo Spada fu firmata dal presidente Riccardo Virgilio e da Nicola Russo. Il primo è stato indagato e il secondo è finito in carcere a seguito di un’inchiesta della Procura di Roma (e di Messina) su una sospetta compravendita di sentenze organizzata dall’imprenditore Piero Amara, il creatore del “sistema Siracusa”. Il 9 maggio del 2019, comunque, Palamara fa sapere che cenerà al ristorante romano Mamma Angelina con Pignatone e Prestipino. La cena non è stata registrata dagli investigatori della finanza.

La sera prima, nella saletta dell’hotel Champagne, si era svolto l’ormai celebre incontro con i deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti, e alcuni consiglieri del Csm. Il 28 maggio la quinta Commissione del Csm, competente per gli incarichi direttivi, voterà per Viola. Per lui quattro preferenze, una ciascuna per Creazzo e Lo Voi. Il 29 maggio Repubblica e Corriere della Sera pubblicheranno il primo di numerosi articoli sul “mercato delle nomine al Csm”. La campagna di stampa provocherà nelle settimane successive le dimissioni di cinque consiglieri e il cambio di maggioranza a Palazzo dei Marescialli. Il resto è cronaca: la nomina di Viola verrà annullata e il Csm a marzo, in piena emergenza Covid-19, sceglierà quindi Prestipino come nuovo procuratore della Capitale.