Mi hanno arrestato il 23 febbraio 2010. Un anno di custodia cautelare di cui 5 mesi in carcere. Assolto con formula piena per tutti i capi di imputazione in 1° grado ed in appello, insieme ad altri 6 colleghi Fastweb e Telecom.
La sentenza è passata in giudicato nel 2017 dopo la rinuncia della Procura al ricorso per Cassazione.

Ho letto con attenzione il libro-intervista del dottor Palamara e del Direttore Sallusti e ho seguito con attenzione le trasmissioni televisive nelle quali entrambi venivano intervistati dai conduttori e giornalisti in studio, Massimo Giletti, Nicola Porro fra gli altri. Il tema secondo me è che il dibattito conduce a conclusioni fuorvianti perdendo di vista, come spesso succede, le uniche vere vittime di questo sistema deviato e inefficiente: la Giustizia in senso lato e il Cittadino che alla fine è l’unico vero portatore di diritti costituzionalmente garantiti. Nel libro si dà risalto agli scandali che riguardano le nomine e le loro implicazioni politiche (come per esempio il caso Berlusconi), e si eleggono a martiri magistrati che sono stati rimossi dai loro incarichi perché non più benvoluti “politicamente” dal sistema. Per esempio Ingroia o de Magistris.

Stiamo parlando di magistrati la cui superficialità e/o delirio di onnipotenza ha causato danni irreparabili a decine di persone con inchieste basate sul nulla e tutte finite nel nulla. Poco o niente, invece, riguardo al vero problema, cioè la inefficienza e inaffidabilità della giurisdizione. Non si vuole mai capire che le vittime del “Sistema” sono i cittadini. Perché sono i cittadini che – mentre politici e magistrati fanno giochetti di potere per reciproco tornaconto e interesse – sono lasciati in balìa di una magistratura disorganizzata, malata di potere, politicizzata e in sostanza completamente inaffidabile: uno scandalo. Per questo chiederei al dottor Palamara: lei spesso parla di nomine che non avrebbero dovuto essere fatte per carenza dei requisiti. Ok. Ma perché nel suo libro parla così poco dell’impatto che questo sistema crea alla qualità delle inchieste e quindi dei danni al cittadino?

Lei più volte richiama l’attenzione sul fatto che le nomine pilotate portavano alla gestione delle inchieste contro il politico di turno. Ma che cosa ci dice del sistema che in virtù di quelle nomine scellerate diventa inefficiente? Delle procure che non riescono a portare avanti tutte le inchieste fino in fondo e selezionano i fascicoli – nella migliore delle ipotesi – sulla base del risalto pubblico che possono avere? Non sono casi di denegata giustizia? E perseguire pervicacemente inchieste che non hanno fondamento togliendo risorse al sistema non è altrettanto grave per i cittadini? Più volte lei afferma che le nomine, in special modo nelle Procure, avvenivano in contrasto con le accertate competenze. E nel libro sembra dispiacersi per i magistrati scavalcati. Ma lei si rende conto di come un sistema siffatto conduca a una gestione della giustizia completamente inefficiente con ricadute importanti e talvolta terribili sui cittadini in termini di qualità della giurisdizione? Anche per la capacità di perseguire efficacemente i reati. Interi territori in mano alla criminalità, reati fuori controllo: non sente il peso del danno che è stato fatto al paese? Non ai magistrati segati ma al paese?

Lei cita il caso della dottoressa Boccassini e puntualizza la rilevanza politica della vicenda, ma perché trascura il fatto che la Boccassini era capo della Dda di Milano e si è distolta da quella funzione delicatissima per occuparsi a tempo pieno del caso Ruby? Quali gli impatti sulle altre inchieste? Conferma che nella guerra per la Procura di Roma alcune grandi inchieste, come quella che mi ha riguardato, siano state ingigantite per pubblicizzare la figura del Procuratore aggiunto Capaldo che concorreva alla carica di Procuratore capo? Perché trascura il fatto che anche lui, capo della Dda di Roma, si occupasse di una inchiesta di evasione fiscale e di un’altra su Finmeccanica che nulla hanno a che fare con la mafia?

Lei cita a più volte il dottor Aldo Morgigni come uno dei referenti del sistema politico delle correnti che proprio perché politicamente attivo viene eletto al Csm. Ma lei ha una seppur vaga idea dei danni fatti dal dottor Morgigni a me, ad altri e al sistema tutto nella sua carriera di Gip? C’è tanta casistica delle scelleratezze di questo magistrato e per alcuni di questi casi ho constatato direttamente: minaccia di commissariamento di Telecom & Fastweb quotate in borsa e entrambe assolte alla fine del processo; richiesta di custodia cautelare per 55 imputati firmata ad agosto in sessione feriale ed eseguita a febbraio; 6 imputati eccellenti in custodia cautelare per un anno tutti assolti con formula piena sin dal primo grado. Perché non ha penalmente denunciato nessuno? È la logica del cane non mangia cane? Non ci sono gli estremi di reato in nessuno dei comportamenti che lei riporta nel libro? E perché no se per gli stessi comportamenti hanno perseguito lei?

Cortese dottor Palamara, queste sono solo alcune delle domande da porsi e sulle quali, eventualmente, dibattere con lei; e io credo che se veramente vuole, attraverso la sua denuncia, finalmente contribuire alla sanificazione del sistema deve cambiare prospettiva mettendo il cittadino davanti a tutto. Deve necessariamente rivelare altri dettagli anche più imbarazzanti che hanno a che fare con i danni recati al sistema e ai cittadini e non ai suoi colleghi e finalmente presentare formali denunce attraverso le quali togliere il pallino dalle mani degli stessi che il sistema lo hanno elaborato. Se non fa questo, le correnti andranno avanti, il sistema non cambierà e lei verrà presto relegato a incidente di percorso.