Le correnti, il carrierismo, il sistema. Luca Palamara a tutto campo in un’intervista a Radio Radicale. L’ex presidente ANM dice di essere pronto a difendersi, “determinato a chiarire tutto”, nel procedimento disciplinare a suo carico sullo scandalo delle Procure e per il quale ha chiamato 133 testimoni. Un procedimento davanti al quale vuole “contestare che le interferenze” a lui attribuite; “non sono tali avendo fatto parte di un sistema, quello delle correnti, che a torto a ragione caratterizza l’organizzazione interna alla magistratura” e che quindi “c’è un sistema di proprietà all’interno della magistratura. Le correnti sono proprietarie della magistratura. È un sistema superato? Penso che bisogna attentamente fare una riflessione”.

L’obiettivo prioritario di Palamara è quindi “difendermi nel processo e non lasciare la magistratura“. Ha risposto così alla domanda se fosse pronto a scendere in politica. Anche una buona dose di autocritica nell’intervista radiofonica: “Penso che questo sistema, con le vicende che sono emerse che vedo con dolore legate al mio nome, hanno segnato un punto di non ritorno – ha detto – il carrierismo sfrenato fa perdere la bussola, probabilmente anche a me”.

“Che le correnti siano state al centro, il motore, della vita interna della magistratura … nulla si muove all’interno della magistratura se la corrente non lo vuole. È il momento di guardare a chi è rimasto fuori da questo meccanismo?”, si è chiesto dunque l’intervistato. Che sempre sul sistema ha aggiunto: “Prendere le distanze dalle correnti? Qualcuno potrebbe dire: ‘Prima hai mangiato in quel piatto e ora, non voglio dire una cosa volgare, fai lo schizzinoso’. Chiunque mi ha conosciuto negli anni sa che ho sempre sviluppato uno spirito critico, sono sempre stato fortemente convinto che quel sistema doveva cambiare”.

Non è mio intendimento fare ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’ ma piuttosto – ha osservato – un ragionamento serio e approfondito di come il potere delle correnti abbia influenzato non solo la vita interna della magistratura ma la vita politica del Paese“. Una magistratura dalla due anime, per come l’ha dipinta Palamara a parole: “La prima, e maggioritaria, pensa che tutto sia possibile risolvere con l’autoriforma e chi invece ritiene che l’autoriforma non può risolvere tutto e debba entrare la politica. Io penso che il meccanismo dell’autoriforma non sia la strada risolutiva di tutti i problemi” fermo restando che “la riforma debba mettere al centro il grande tema dell’indipendenza della magistratura”.

In definitiva, sul procedimento al via la prossima settimana l’ex capo di Anm ha detto di avere “fiducia nel sistema e credo sia interesse di tutti, non solo mio che mi trovo dall’altra parte, che il giudizio si esplichi secondo le regole dello stato di diritto”.

Redazione

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