A Tripoli sembra tornata alla calma dopo i due giorni di durissimi scontri fra le milizie della capitale che hanno provocato almeno 55 morti e alcune centinaia di feriti . La battaglia fra la Brigata 444 e la Forza al-Radaa era scoppiata dopo l’arresto da parte dei miliziani di al-Radaa del comandante della Brigata 444, il generale Mahmoud Hamza, all’aeroporto civile di Tripoli controllato dalla Forza di Deterrenza al-Radaa.

Per liberare il proprio leader la 444 ha, da prima bloccato strade e quartieri nel sud della capitale, la zona che controlla, e poi ha attaccato le posizioni dell’altra milizia. Dopo poco il generale Mohamoud Hamza è stato consegnato alla Stability Support Agency, in qualità di agente neutrale e ha fatto poi ritorno al suo quartier generale. Lo scontro ha portato alla chiusura dell’aeroporto di Tripoli con il dirottamento dei voli sulla città di Misurata, a circa 200 km, e ad un coprifuoco ufficioso in gran parte della capitale. Queste due milizie sono fra le più importanti della tripolitania e sono alla base dell’esistenza del governo di Dbeibah, uno dei due ancora presenti in Libia.

La brigata 444 è nota per la sua affidabilità e controlla i quartieri a sud e tutte le vie di comunicazione per il Fezzan ed il deserto. La Forza al-Radaa funge da polizia e mantiene l’ordine a Tripoli agendo anche come deterrente ai gruppi Jihadisti. Inoltre controlla la zona dell’aeroporto ed il principale carcere della città. Non e la prima volta che questi due potenti gruppi arrivano allo scontro armato, a maggio scorso alcune scaramucce avevano provocato diversi feriti, mentre nel 2022 ben 50 morti erano rimasti nelle strade di Tripoli. Non esistendo un affidabile esercito nazionale il governo libico non riesce a mantenere l’ordine ed i cittadini di Tripoli vivono ormai prigionieri nelle loro abitazioni.

A Tobruch la situazione non è migliore ed il primo ministro Fathi Bashaga sta perdendo tutti i suoi alleati compreso il generale Khalifa Haftar, suo grande protettore, che flirta da tempo con l’esecutivo di Dbeibah. La Libia vede ancora una volta il suo fragile equilibrio messo a dura prova, le elezioni vengono continuamente rinviate e le milizie sono il vero potere in terra libica.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi