La lista europeista si può fare. Anzi, si deve fare: a dirlo è stato il congresso straordinario dell’Alde che si è tenuto mercoledì a Bruxelles. E lo ha detto con la forza dei numeri: con un sondaggio riservato che Il Riformista ha potuto esaminare e che assegna a ciascun partito dell’asse europeista (Italia Viva, Azione e +Europa) percentuali che da sole li condannano alla clandestinità ma che insieme ne fanno un soggetto centrale per il futuro Europarlamento. Il documento, basato su un campione di 4000 elettori italiani sondati, si intitola “If the Elections were held today”. Solo Italia Viva arriverebbe da sola al 4% tondo. +Europa sfiorerebbe il risultato, con un 3,9% che suonerebbe come uno smacco irreparabile. Azione, con il 2,7%, non andrebbe da nessuna parte. Presa consapevolezza di questo quadro, che vedrebbe invece l’insieme della lista Stati Uniti d’Europa superare certamente la doppia cifra, la parola torna ai singoli partiti. Federico Pizzarotti, recalcitrante sull’accordo con i renziani, non è raggiungibile al telefono da Riccardo Magi che lo avrebbe cercato invano.

Il mandato di Magi

Questioni di campo. E di connessione. La verifica interna a +Europa non sembra in agenda, mentre troviamo traccia di un documento, approvato dalla Direzione nazionale del partito di Emma Bonino che dà pieno mandato per trattare con tutti i soggetti dell’area al fine di chiudere il miglior accordo. Se il documento approvato da +Europa lo scorso 29 febbraio va preso sul serio, il problema non si pone più: “La Direzione nazionale di +Europa (…) Invita il Segretario (Magi, ndr.) a perseguire tutte le interlocuzioni che ritiene necessarie e ad avviare iniziative volte a porre al centro del dibattito politico italiano ed europeo l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa”. Segue un mandato ancora più specifico: “Nonché a verificare quali siano le condizioni affinché i partiti, i soggetti e le personalità che hanno partecipato alla Convention dello scorso 24 febbraio promuovano insieme a +Europa una lista di scopo, con Emma Bonino, per gli Stati Uniti d’Europa”.

Si chiama delega piena e darle seguito è – a conti fatti – negli interessi di tutta l’area. C’è il Psi dell’avvocato salernitano Enzo Maraio, ci sono i giovani del primo partito transeuropeo, Volt, e i Radicali Italiani guidati dal giovane segretario Matteo Hallissey. Superare lo sbarramento del 4% e portare nel Parlamento europeo una agguerrita pattuglia di europeisti che sappiano mettere insieme riformismo e garantismo e declinarli nella dimensione globale, senza troppi giri di parole. Di richiami alla storia è stata generosa Azione, che ieri per bocca di Carlo Calenda ha celebrato l’accordo con il Pri, Partito Repubblicano Italiano. Una sigla che scalda i cuori degli storici – si va da Giuseppe Mazzini a Ugo La Malfa – ma non dice molto alla politica di oggi. “Da repubblicano mazziniano sono particolarmente orgoglioso e felice di annunciare che Azione ha firmato un accordo federativo con il PRI per le elezioni europee e per quelle amministrative”.

L’accordo di Calenda

Anche Calenda cerca di unire i potenziali alleati dell’arcipelago centrista: “Azione-Siamo Europei è aperta alla costruzione di una lista che raccolga riformisti, liberali, popolari”, aggiunge infatti. E dettaglia che dopo l’adesione di PER, impersonata da Ettore Rosato, ha inanellato anche l’Associazione Socialista Liberale e NOS, neoformazione del giovane Alessandro Tommasi. Ed è così pronta a “Aprire un tavolo con le altre forze che si riconoscono nelle culture che hanno costruito l’Europa”. Un progetto che sulla carta appare convergere con quello comune della lista Stati Uniti d’Europa. E così il Movimento dei Civici Europei di Claudio Signorile che scalda i motori. E i Socialdemocratici, che hanno riunito la segreteria nazionale – guidata da Umberto Costi, Dino Madaudo, Antonio Bruno e Mimmo Magistro – e guardano ai riformisti a tutto campo, da quelli del Pd agli europeisti di centro.

Il movimento di De Luca

Tra le nuove formazioni, ma in chiave anti-sistema, ieri si è fatta notare la colorita conferenza stampa con cui si è presentato Nord chiama Sud, il movimento di Cateno De Luca. Tra i candidati per le Europee di quello che hanno definito “Fronte della Libertà” c’è un po’ di tutto. Dall’Arma dei Carabinieri ecco il Capitano Ultimo, che siede in prima fila, ma non parla “perchè ha appena subito un intervento alle corde vocali”; quella del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, con ‘Civici in movimentò, e quelle di VitoComencini con ‘Popolo venetò e di Davide Bionaz del Rassemblement Valdotan. Durante la conferenza stampa Cateno De Luca ha accostato Matteo Renzi a Totò Cuffaro, parlando di “Accordi con ambienti che hanno condotte politico-mafiose”. Renzi ha dato mandato ai suoi avvocati di agire in sede giudiziaria contro “le parole gravemente diffamatorie” pronunciate da De Luca. L’Europa non si vede ancora, ma le stelle sì: qualcuna la fanno già vedere.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.