La sanità campana non è un’eccellenza. Non se ne risenta il governatore Vincenzo De Luca che avrà pure le sue ragioni per dire che siamo i migliori nonostante il Governo non ci dia abbastanza soldi. Ma per il Gimbe la Campania non raggiunge la sufficienza per quanto concerne i livelli essenziali di assistenza (Lea), le prestazioni che il Servizio sanitario eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket. Lo studio prende in esame il 2020. Ebbene, solo 11 Regioni risultano adempienti: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Le altre 10 sono inadempienti: Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Valle D’Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; la Calabria insufficiente in tutte le tre aree. La Campania, per il 2020, supera solo una (e di poco) delle macro aree del sistema di monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del ministero della Salute, quella della Prevenzione. Mentre si ferma (seppur di poco) sotto la soglia minima di adempienza per le altre due aree, Distretto e Ospedale.

Nello specifico, Per quanto concerne la Regione amministrata da Vincenzo De Luca la valutazione finale dell’area Prevenzione collettiva e sanità pubblica per il 2020 si attesta su un punteggio pari a 61,53, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) risulta sopra la soglia di adempienza. Tuttavia, si segnalano delle criticità per gli indicatori P10Z – Copertura delle principali attività riferite al controllo delle anagrafi animali, della alimentazione degli animali da reddito e della somministrazione di farmaci ai fini delle garanzie di sicurezza alimentare per il cittadino.

L’area Distrettuale, invece, si attesta su un punteggio pari a 57,14, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) risulta sotto la soglia di adempienza. Si segnalano delle criticità per gli indicatori D09Z – Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso; D30Z – Numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero deceduti per causa di tumore; D33Za – Numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura).

Infine, la valutazione finale dell’area Ospedaliera per il 2020 si attesta su un punteggio pari a 59,08, che secondo l’intervallo di riferimento (esito positivo nel range 60-100) risulta sotto la soglia di adempienza. “Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica nel Nord del Paese – commenta il Presidente – anche la nuova ‘pagella’ conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria”.

Interessante notare che se alcune Regioni occupano posizioni simili nelle tre aree, documentando livelli omogenei di adempimento/non adempimento, per altre esiste un’importante variabilità delle performance tra le aree. In particolare, alcune Regioni si collocano in posizioni identiche nelle tre aree (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio). Viceversa, altre Regioni occupano posizioni molto diverse nelle tre aree. Calabria fanalino di coda in Italia, nel 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid 19. Lo rileva la Fondazione Gimbe sulla base delle valutazioni del ministero della Salute in materia di erogazione delle prestazioni sanitarie come emerge dalla recente pubblicazione del Monitoraggio dei Lea attraverso il Nuovo sistema di garanzia.

Da quanto emerge dall’analisi, in Calabria, nel 2020, il punteggio totale degli adempimenti della Regione sulle cure essenziali è di 129,4 (punteggio max 300). La regione, inoltre, si è posizionata ultima tra le regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg) perché ha registrato un punteggio insufficiente nell’area della prevenzione (32,73 su 60), nell’area distrettuale (48,18 su 60) e nell’area ospedaliera (48,44 su 60). La Fondazione, è spiegato in una nota, ha effettuato alcune analisi sia per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali nel 2020 sia per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata pandemica, e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown. In dettaglio, dalla valutazione dei 22 indicatori, suddivisi in tre aree (prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale ed assistenza ospedaliera), la Regione si colloca al ventunesimo posto per l’area della prevenzione e per l’area distrettuale e al ventesimo per quella ospedaliera.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.