In un mondo ideale chi sbaglia, paga. In questo di mondo, o meglio nei paesi civili, un manager che non si accorge che i propri dipendenti probabilmente hanno fatto sparire milioni di euro, si dimette. Sì, lascia il suo incarico perché ha creato un danno enorme allo Stato, ai cittadini e in questo caso al sistema sanitario nazionale. Non a Napoli, non nella Regione amministrata da Vincenzo De Luca. Di chi parliamo? Di Ciro Verdoliva, dirigente dell’Asl Napoli 1 che invece è rimasto ben attaccato alla sua poltrona. È una mattina di dicembre, mancano poco più di dieci giorni al Natale quando il manager dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva si reca in Procura e denuncia: qui ci sono dipendenti infedeli, sono spariti milioni di euro.

Un buco milionario. Più che un buco è una voragine: tutti i quotidiani locali iniziano a scriverne, parlano di 5,5 milioni di euro. Mica bruscolini. Spariti dalle casse dell’azienda sanitaria, pare, in due anni o poco più. Gli anni nei quali il Covid si è abbattuto sull’Italia mettendo in ginocchio l’intero sistema sanitario nazionale. L’ammanco, ora al vaglio della magistratura che ha aperto un fascicolo, sarebbe legato a fatture false pagate ad alcune ditte per forniture inesistenti e lavori mai realizzati ai tempi della pandemia. Li ha denunciati, invece di controllare, di essere vigile. Ma un manager che denuncia i propri dipendenti e non si dimette è logico? No. Non lo è. Se davvero i dipendenti che lui avrebbe dovuto gestire, hanno fatto qualcosa di sbagliato è altrettanto vero che il primo a sbagliare è stato proprio lui e le dimissioni con un mea culpa grande almeno quanto la voragine nella quale è sprofondata l’Asl Napoli 1 erano un atto dovuto. Adesso veniamo alle domande, non retoriche e non inquisitorie.

Solo lecite. Dov’era Verdoliva quando si firmavano fatture false? Per chi passavano queste carte? Chi avrebbe autorizzato, senza verificare, il pagamento di importi così alti? Sul mancato controllo della dirigenza è intervenuta anche la Cgil rilasciando un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. «Ci sono indagini in corso — dice Antimo Morlando, tecnico di radiologia al Pascale e segretario napoletano della Funzione Pubblica della organizzazione sindacale — ed è necessaria la massima cautela». Fatti che chiamerebbero in causa anche il cattivo funzionamento dei meccanismi di verifica e controllo interni all’azienda sanitaria locale Napoli 1: «Un buco così ingente non si determina in poco tempo. Se davvero era in piedi un sistema di truffe così articolato, è chiaro che qualche passaggio nella catena di controllo non ha funzionato» precisa Morlando.

Ecco. E chi è che dovrebbe controllare tutti? Chi dovrebbe controllare il controllore e il controllato? Il manager dell’azienda Ciro Verdoliva. Denunciare i propri dipendenti, gridare al furto, aprire un fascicolo, sospendere 4 lavoratori, per carità va bene tutto, ma un mea culpa? Una spiegazione che possa far capire ai cittadini come sia potuto succedere tutto questo? Qui non stiamo parlando del furto di un barattolo di marmellata alle fragole, parliamo di milioni di euro, sono soprattutto soldi dei cittadini. Dove sono? Com’è potuto succedere? Perché chi avrebbe dovuto controllare non ha controllato? E soprattutto perché non si è dimesso come succede di prassi altrove? Perché non dice: ho sbagliato, me ne vado?

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