Malasanità. È un caso di malasanità e di malagestione della cosa pubblica. Licenziamento collettivo per quasi novecento lavoratori, noncuranza della pulizia degli spazi ospedalieri e silenzi imbarazzanti. Siamo all’Asl Napoli 1. Ecco cosa è successo. La società Epm, che si è aggiudicata, nonostante le disposizioni del Consiglio di Stato (che chiedeva di ripetere parzialmente la gara), l’appalto per il servizio di pulizia e sanificazione all’Ospedale del Mare, ha deciso di mettere in atto un licenziamento collettivo (rinnegando di fatto le condizioni imposte da Consip).

L’Asl Napoli 1 guidata dal manager Ciro Verdoliva, infatti, con la determina n. 1708 del 13/05/2022 aveva affidato l’appalto alla Epm, aderendo alla convenzione Consip e fondando questa decisione esclusivamente sul criterio di garantire l’identità di prestazione nell’esecuzione del contratto di servizio di pulizia di cui erano precedentemente titolari altre due società che si sono viste revocare l’incarico. E invece subito dopo le tre società appaltanti decidono il licenziamento collettivo di quasi 900 lavoratori. La capofila di questa operazione è Epm che ha scritto nero su bianco: “422 dipendenti sono troppi per queste mansioni. C’è un esubero di 212 impiegati: licenziamento collettivo”. E così per tutti gli addetti è scattato il contratto di solidarietà, ciò vuol dire che l’orario di lavoro è stato ridotto del 50% e che a pagare buona parte degli stipendi, ridotti anche quelli, sarà l’Inps.

Epm chiaramente non può rispettare le condizioni di partenza della gara: il servizio sarà con molta probabilità scadente, ci sono 422 lavoratori in bilico e nel frattempo la stessa Epm risparmierà un bel po’ di quattrini. A ruota hanno seguito “l’esempio” anche le altre due società appaltanti, la Gesap e la Gemaservice. Entrambe hanno avviato la procedura di licenziamento collettivo, anche loro sostenendo che per il servizio di pulizia bastano la metà dei dipendenti attualmente impiegati. Parliamo di quasi 900 lavoratori che si sono visti ridurre orario di lavoro e stipendio e che sanno che il loro posto è tutt’altro che sicuro. E l’Asl Napoli 1 resta in religioso silenzio. Tutto tace.

Tornando a Epm, sorprende non poco leggere sul documento la firma di ben nove associazioni sindacali. I sindacati che dovrebbero tutelare i lavoratori, in questo caso accettano senza obiezioni le condizioni imposte dalla società e firmano un licenziamento collettivo. Nessuna battaglia, nessuna tutela, niente da dire. Non uno sciopero, una manifestazione, niente di niente. Anzi tutto sembra essere passato sotto traccia. Nel frattempo l’Asl acconsente a tutto questo.

È forte l’indignazione di fronte a un simile comportamento di un’amministrazione pubblica che dovrebbe fare gli interessi dei cittadini, cercando di contenere i costi dei servizi dei quali ha bisogno, e non dovrebbe, invece, far arricchire una società. Perché è questo che sta accadendo. Lo Stato sborsa soldi, la Epm prende l’appalto e risparmia (puntando proprio sull’aiuto degli ammortizzatori sociali) mentre l’Asl Napoli 1 ha inspiegabilmente tolto un appalto a società che garantivano un servizio di qualità senza licenziare o ridurre l’orario di lavoro a più di quattrocento impiegati. E nessuno dice niente.

Ma dov’è il buon senso di un’azienda che amministra la cosa pubblica? Il presidente della Regione Vincenzo De Luca è ancora seduto a Palazzo Santa Lucia? Non dice niente? E non è la prima volta che scriviamo di questa vicenda. È una storia che abbiamo raccontato a puntate sulle colonne di questo giornale, sottolineando di volta in volta tutte le anomalie. E sono davvero tante. Troppe per poter passare in sordina.
E poi, una domanda: quando la Corte dei Conti farà luce su questa situazione e chiederà i danni prodotti dalla scelta portata avanti dall’Asl Napoli 1 nel silenzio generale? Chi ne risponderà? Chi pagherà? Verdoliva e De Luca? Si attendono risposte…

Avatar photo

Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.