Già dimenticato il rapporto Draghi
L’offerta di UniCredit non è una provocazione: altro che golden power, servono banche più forti
L’offerta di pubblico scambio volontaria per la totalità delle azioni di Banco Bpm, lanciata da UniCredit, per un valore di 10,1 miliardi di euro, è una martellata contro la foresta pietrificata del settore bancario italiano ed europeo, ma che riverbera anche a livello europeo in quanto si intreccia con l’operazione di Orcel su Commerzbank. L’integrazione con Banco Bpm, secondo il comunicato di Unicredit, dovrebbe realizzarsi «entro giugno 2025», mettendo in piedi un aumento di capitale del 13,9%, per creare «la terza banca europea per capitalizzazione di mercato».
Orcel e il sovranismo italiano
Questo atto di lesa maestà per il mondo politico italiano riapre e sparge dosi industriali di sale su una ferita mai suturata. UniCredit da anni nei palazzi romani è considerata, con afflato bipartisan, alla stregua di un nudista che volesse esibirsi sull’altare durante la Messa Solenne di Natale nella Basilica di San Pietro perché intende consolidare e (peccato mortale) rendere più efficiente il corpaccione del provinciale settore bancario italiano. Addirittura Orcel ha avuto la somma impudenza di voler imbastire un’aggregazione transfrontaliera che il sovranismo esibito come pubblica virtù in Italia (e malamente nascosto come vizio privato in Germania e Francia) considera anatema.
Giorgetti e la mitica golden power
Se si aggiunge che da Piazza Gae Aulenti non sono mai arrivati baci alle pantofole ministeriali o sindacali e tantomeno fidi (del tutto disinteressati) a potentati editoriali, il cerchio si chiude. E quindi non stupisce che a tempo di record arrivi la burocratica reazione del governo italiano nella persona del Giorgetti da Varese. Narrano le agenzie, prontamente allertate dai prodi spin doctor, che da via XX settembre il titolare del Mef pontifica, in una parodia del Fazio di un tempo ormai lontano, che l’operazione è stata «comunicata ma non concordata con il governo. Anche perché esiste la mitica golden power, che il governo può esercitare nei settori strategici per tutelare l’interesse nazionale.
Dimenticato il rapporto Draghi
Invece il settore bancario europeo, come messo nero su bianco da Mario Draghi nell’ormai dimenticato Rapporto, avrebbe bisogno di un cataclisma per affrontare le sfide in un mondo che investe trilioni in Intelligenza Artificiale, robotica, computer quantici, biotecnologie, economia dello Spazio e altri settori che determineranno le graduatorie del potere mondiale in questo secolo. Orcel lo ha detto senza perifrasi: «L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi» che le permettano non solo di «sviluppare la propria economia», ma anche di «competere contro gli altri principali blocchi economici».
In una visione da cortile della finanza internazionale, queste parole possono addirittura suonare come una provocazione. E invece «It’s the economy…».
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