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L’Ora del Riformista. Venti di pace? L’UE rischia di restare fuori

L’Ora del Riformista, il confronto in diretta settimanale sul sito della testata arancione, ieri era focalizzato sullo scenario internazionale.
Parla Lorenzo Vita, il giornalista che per il Riformista segue gli esteri da vicino: «I delegati USA e quelli ucraini hanno parlato per otto ore per arrivare a questa dichiarazione: una tregua di 30 giorni e una proposta di regolamentare l’accordo sui minerali ucraini, caro a Trump.
Ora però, la palla è alla Russia. E come può, Putin accettare senza ottenere nulla in cambio per la Russia? È stato un incontro certamente fondamentale per permettere a Kyiv e Washington di riparlarsi, ma la svolta della guerra non è così prossima». Sulla questione del riarmo europeo, Vita si auspica meno incertezza e più sicurezza per il nostro continente: «Trump ci ha fatto capire che ci dobbiamo difendere da soli». Non era quindi in discussione il piano von der Leyen, bensì le sue premesse: un sistema di integrazioni europee per finanziare gli investimenti militari su larga scala.
Interviene Nicola Latorre, politologo ed ex Presidente della Commissione difesa del Senato, oggi Consulente per il settore Difesa: «Due accadimenti si sono rivelati particolarmente positivi. Prima di tutto l’incontro di Gedda, anche se bisogna aspettare la risposta di Putin, e quindi la reazione USA a questa risposta. Fa ben sperare che si siano ristabilite le forniture militari e l’attività di intelligence da parte degli USA in favore dell’Ucraina, oltre alla proposta del cessate il fuoco. L’altra buona notizia è l’incontro promosso da Macron, che ha visto la partecipazione di un grande numero di paesi. Stiamo entrando in una nuova fase, in cui continuare a parlare di pace e di guerra con le categorie utilizzate fino a qualche mese fa non ha più senso. Oggi nelle relazioni internazionali contano i rapporti di forza, lo abbiamo visto con Trump». Nell’incertezza del momento, il PD rivela una spaccatura profonda. Ci si chiede chi andrà in piazza per l’Europa il 15 marzo.
Dice il senatore Marco Lombardo di Azione: «Noi ci saremo il 15 marzo, con la bandiera dell’Europa ma anche dell’Ucraina. Il nostro cosiddetto bipolarismo si svolge su un’ipocrisia di fondo: c’è divisione sia a destra che a sinistra, per quanto riguarda l’Europa. Sembriamo non capire la dimensione storica di quello che succede: c’è un crimine internazionale a cui bisogna opporre resistenza. Chi è oggi a fianco dell’Ucraina, ma anche della Georgia e della Moldavia? I partiti devono essere chiari, anche per il loro elettorato».
E sul disegno di legge di cui è primo firmatario contro le ingerenze straniere, spiega: «Il disegno di legge prevede uno scudo democratico europeo contro le ingerenze straniere, serve una profonda conoscenza degli strumenti di guerra ibrida usati per destabilizzare i processi elettorali. Sono in atto anche queste guerre nei Balcani, in Moldavia, in Georgia. Se non ci dotiamo di uno strumento che ci protegga, rischiamo un’infiltrazione esterna che può minare il nostro sistema democratico. Dobbiamo sapere quanto siamo esposti alle minacce della guerra ibrida».
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