Dicevano che gli operai non ci sono più...
Luana e Christian, due operai morti in due giorni: non c’è più chi li difende

Lunedì Luana, ieri Christian, lunedì un orditoio, ieri una fresa. Lunedì abbiamo pianto per una ragazza, ieri per un uomo. È tutti i giorni così, anzi il doppio, a volte il triplo. Ogni giorno in Italia muoiono almeno due lavoratori, e all’anno sono poco meno di 1200 quelli che a casa rimandano solo un corpo esanime; caduti civili per cercare di garantire l’indispensabile, a loro stessi, ai loro cari. Christian Martinelli è finito dentro la fresa meccanica della ditta Bandera di Busto Arsizio.
Sara, sua moglie, è andata in fabbrica per riprendersi i suoi oggetti personali, tutto quello che resta di lui nei suoi anni di lavoro: prende tempo, perché dovrà tornare a casa, spiegare ai loro due bambini che non ci sarà un ritorno, che papà ha raggiunto il suo posto di lavoro perenne, nell’affollato paradiso degli operai. Perché qualcuno, troppo fesso o troppo furbo, negli ultimi anni è corso in giro a gridare che operai e ideologie non ci fossero più, e tutti ci sono cascati dismettendo bandiere, di qualunque colore esse fossero state, e abbandonando i diritti che la classe operaia si era conquistata in oltre un secolo di lotta. E sarebbe bastato leggere le carte dell’Inail, per accertarsi che non era vero, che gli operai ci sono, eccome, che anzi la categoria si è allargata, mangiandosi pure i lavoratori che pensavano di stare un grado sopra.
Certo gli operai hanno mutato pelle, tipologie di lavoro, mischiano lingue nuove, arrivate da poco, ma stanno sempre nello stesso percorso da equilibristi, in bilico sopra un cornicione, in balia di qualunque soffio, vittime di qualunque negligenza altrui, condannati a volare giù alla minima distrazione. Sono rimasti in pochi a difenderli, in pochi a sapersi difendere, stanno andando al margine dentro una società in cui il loro ruolo non riesce ad andare oltre a quello di strumenti del lavoro. Le loro schiere si sono disunite troppo, viaggiano a maglie allargate, viaggi singoli a sparuti gruppi. Troppo leggeri per avere un peso sociale che si imponga. E troppo muti, cadono in silenzio per non farsi sentire, perché in fondo fare lavori umili, lavori pericolosi, è diventata un po’ una cosa da fessi, da ricompensare con un tot di retorica nei discorsi dei lutti.
A funerale fatto nessuno se la vuole intestare la causa del lavoro, perché sarebbe un carico serio, un fardello importante da portare. Di quelle bestie da soma non ne produce più la politica, quelle sì sparite, non le ideologie. Sono scomparsi gli uomini con le idee, con l’idea di costruire una società migliore che aumentasse i diritti dei lavoratori. Lunedì è stata Luana, ieri è stato Christian, statisticamente ce ne stanno altri due i cui nomi nemmeno conosciamo. L’elenco si ingrosserà domani, le macchine vincono facile contro la classe operaia.
© Riproduzione riservata