Cronaca
L’ultimo saluto a Simone, il parroco: “Ucciso come Willy, ambulanza dopo mezz’ora”
“Non si può pensare che un ragazzo scende da casa e non torna più”. Le parole del vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, al funerale di Simone Frascogna, il 19enne ucciso a coltellate a Casalnuovo martedì 3 novembre, sono pesanti come macigni. Ci sono circa 400 persone per ultimo saluto al ragazzo presso la chiesa Maria SS Annunziata di Licignano, frazione di Casalnuovo. All’esterno amici con palloncini bianchi e magliette con la foto della vittima. Parenti, amici e tutta la comunità di Casalnuovo si sono stretti questa mattina intorno alla famiglia.
“Quella di Simone è una famiglia onesta, lavoratrice – ha continuato Di Donna – Non chiediamo vendetta ma certezza della pena e giustizia veloce. Simone era un giovane studente che sognava di diventare cantante rapper, amava le arti marziali. Non è possibile che l’ambulanza arriva dopo mezz’ora, certo il momento è difficile ma non si può aspettare così tanto. Chi ha assistito non ha fatto niente, ha ripreso la scena col cellulare, una cosa stupida che si sta diffondendo sempre di più”.
“Non è possibile che in un territorio ci sono così pochi controlli – ha detto il vescovo di Acerra – Bisogna passare da indignazione a riflessione. Non sprechiamo questa morte, non ci limitiamo solo all’indignazione”. E ha accostato la vicenda di Simone a un’altra giovane vita strappata prematuramente alla vita per mano violenta, Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origine capoverdiana ucciso di botte a Colleferro il 6 settembre 2020. “Ricordiamo Willy, esempio nazionale di violenza gratuita per difendere un amico. Abbiamo un problema più urgente del Recovery Fund e dell’emergenza coronavirus. Non ci sono più anticorpi in questa società, c’è solo deserto”.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI – Simone è stato ucciso con 4 coltellate la sera del 3 novembre a Casalnuovo, in provincia di Napoli. Il ragazzo era uscito con un amico, il 18enne Luigi Salomone, per una tranquilla serata con gli amici. All’improvviso, intorno alle 21.30, c’è stato uno scontro verbale per motivi di viabilità con un’altra auto al cui interno viaggiava Domenico Iossa jr, originario di Acerra e di professione carrozziere. Reo confesso di aver ucciso a coltellate Simone, è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio doloso e tentato omicidio, in concorso con dure ragazzini (B.C. e T.F. di 16 e 17 anni) che erano in auto con lui.
Secondo quanto ricostruito dai militari, nelle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Nola, in sinergia con la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, i tre, così come emerso dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, viaggiavano a bordo di una Smart Forfour di colore bianco quando si è verificato un diverbio, per motivi di viabilità, con la vittima 19enne e l’amico che si trovavano in una Ford Fiesta. Una discussione animata nel corso della quale Iossa jr si sarebbe vantato di alcune parentele “pesanti” nel campo della malavita.
Dopo lo scontro verbale, a far scattare l’aggressione è stato un gesto mal interpretato. Simone ha infatti accostato sulla sinistra, parcheggiando la propria auto nei pressi dell’abitazione di un amico in attesa che scendesse. La circostanza però è stata interpretata come un atto di sfida da parte dei tre che non hanno esitato a fermarsi assaltando la Ford Fiesta. Simone e l’amico 18enne erano ancora all’interno della vettura quando è avvenuta l’aggressione.
Il primo a finire nel mirino è stato l’amico Luigi che ha ricevuto una coltellata da Iossa. A quel punto è intervenuto Simone che ha provato in tutti i modi a difendere il 18enne. Nella colluttazione fisica stava avendo la meglio prima di subire diverse coltellate rivelatesi poi fatali. Frascogna morirà di lì a poco, subito dopo l’arrivo al pronto soccorso del Cardarelli. Salomone ha riportato una prognosi di 15 giorni.
LE CONFESSIONI – Le tempestive e compiute indagini dei carabinieri, hanno portato in poche ore non solo all’identificazione dei responsabili ma anche alle loro rispettive confessioni rese innanzi ai magistrati ed agli investigatori, alla presenza dei difensori. Iossa è stato condotto presso il carcere di Poggioreale, i due minori invece al Centro di Prima Accoglienza ai Colli Aminei.
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