L'anomalia Budapest
L’Ungheria di Orban rompe con l’Europa, su nucleare e gas firma gli accordi con la Russia di Putin
L’Ungheria di Viktor Orban si conferma “avamposto” filorusso nel cuore dell’Europa. Il Paese guidato dal populista e sovranista di destra, da sempre ‘amico’ della premier Giorgia Meloni e del leader della Lega Matteo Salvini, ha certificato ancora una volta la spaccatura in seno all’Unione Europea sull’Ucraina.
La crepa nel fronte unitario europeo è arrivato con la firma di una serie di accordi energetici con la Russia di Vladimir Putin, in aperta contrapposizione alle scelte di Bruxelles di isolare Mosca proprio sul cruciale business dell’energia.
Per la terza volta negli ultimi dodici mesi, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szjjiarto, si è recato a Mosca dove ha incontrato il vice premier Alexander Novak, responsabile per l’Energia, e l’ad del colosso energetico russo Rosatom Alexey Likhachev, entrambi soggetti a sanzioni da parte di Kiev e di alcuni suoi alleati, ma non dell’Unione Europea.
Un viaggio nella capitale russa che è ovviamente una anomalia: Szjjiarto è uno dei pochi politici europei ad aver messo piede a Mosca da quando nel febbraio dello scorso anno le truppe russe hanno invaso l’Ucraina.
Szjjiarto negli scorsi mesi si era recato anche a Minsk, nella Bielorussia di Lukashenko, l’autocrate alleato-vassallo del Cremlino nelle guerra in Ucraina: una mossa quella che era poi culminata in una risoluzione del Parlamento europeo in cui si deplorava la decisione del ministro di recarsi nel Paese.
Orban e il suo ministro hanno provato a difendersi dalle accuse piovute da Bruxelles definendo l’accordo con Mosca “non una questione ideologica o politica” ma piuttosto un mezzo per garantire la “sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria” che richiede “un trasporto ininterrotto di gas, petrolio e combustibile nucleare. Per soddisfare queste tre condizioni – hanno spiegato – la cooperazione energetica ungherese-russa deve essere ininterrotta“.
A Mosca Szjjiarto è quindi riuscito nel suo intento. Come riferisce l’Ansa, la società energetica statale russa Gazprom ha accettato di consentire all’Ungheria, se necessario, di importare quantità di gas naturale superiori ai volumi concordati in un contratto a lungo termine siglato lo scorso anno. Budapest potrà quindi acquistare il gas, che raggiungerà il Paese attraverso il gasdotto Turkstream, ad un prezzo limitato a 150 euro al metro cubo, pagandolo in differita se i prezzi di mercato saliranno oltre questo livello. Nel vertice di Mosca inoltre il governo ungherese ha anche pianificato la ristrutturazione della sua centrale nucleare di Paks con Rosatom.
Il governo Orban ha criticato a più riprese le sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia, sanzioni a cui attribuisce la crisi energetica e l’elevata inflazione: ciononostante Budapest finora ha aderito a tutti i pacchetti di sanzioni dei Ventisette.
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