Ora di ‘buco’ a scuola. Una studentessa che balla con la pancia scoperta: un video da postare su TikTok. E la supplente che, entrando in classe, le dice: Ma che stai, sulla Salaria? facendo riferimento alla strada della Capitale nota per la prostituzione. 

Un episodio che si è verificato al liceo scientifico Righi due giorni fa. Un vero e proprio ‘caso’ che ha provocato non solo le proteste degli studenti, ma anche l’intervento della Regione: verrà infatti convocata una ‘commissione ad hoc’ per fare luce su tutta la vicenda.

La protesta

Liceo “Righi zona fucsia” e “Benvenuti nel Medioevo”. Questi gli striscioni che stamattina gli studenti del liceo romano mostravano all’entrata di scuola. La protesta per le parole della professoressa non si è fatta attendere. Si sono riuniti in assemblea, saltando la prima ora, arrivando con gonne, pantaloncini e magliette corte tra canti e balli, rompendo così il dresscode imposto.

Nei confronti della supplente ci sarà un procedimento disciplinare:Un atto dovuto. Vorrei riportare il tutto in momento costruttivo e formativo” ha detto all’ANSA Cinzia Giacomobono, la preside dell’Istituto. “Davanti a me la professoressa si è scusata per la frase infelice ma non voleva paragonarla..”, ha proseguito la dirigente scolastica, spiegando come l’episodio abbia provocato amarezza anche tra il corpo docente. “Noi facciamo tante cose per i nostri ragazzi e adesso, essere messa alla berlina per una frase, sicuramente infelice, sta mettendo nell’ombra tutto ciò che di positivo viene fatto dall’Istituto.”

Per la preside non ci sono dubbi: “La docente non intendeva offendere”.

La testimonianza della ragazza

Una professoressa ha detto una frase che non andava detta, ossia ‘Ma che stai sulla Salaria?’” racconta la 16enne redarguita dalla prof. in un’intervista video. “E poi ha continuato dicendo che io stavo mercificando il mio corpo per attirare le attenzioni maschili.” Una situazione particolarmente spiacevole, aggiunge la studentessa, dato che la professoressa, il giorno dopo, ha continuato a lanciarle frecciatine. “Adesso sono molto contenta di questa protesta” ha poi spiegato la giovane, che vorrebbe delle scuse “pubbliche, ufficiali”. “Ognuno ha le sue opinioni, ma se avesse detto ‘ti devi coprire’ avrei risposto ‘ha ragione’. Mi ha invece paragonato a una prostituta, di quelle che bazzicano sulla Salaria.

Sono felice di come è finita questa giornata. C’è stata tanta gente alla protesta e ho sentito vicini i miei compagni: ragazze e ragazzi che hanno rotto il dresscode” ha raccontato all’ANSA la studentessa. “La professoressa? Non mi ha ha effettivamente chiesto scusa perché si rifiuta di chiedermi scusa per una cosa ‘non detta’ (riferendosi alla prostituzione, ndr). Ieri mi hanno convocato dalla preside con la professoressa e abbiamo avuto un confronto” ha aggiunto la sedicenne. “Ma l’unica cosa ottenuta è stata la scusa per la parola infelice.” 

Le ho chiesto: ‘se dovesse incontrare un ragazzo a scuola con i pantaloncini corti cosa gli direbbe?” L’insegnante, secondo la giovane, avrebbe quindi risposto: “Ma che stai al mare”. Parole queste che le sono sembrate la conferma della “discriminazione tra ragazzi e ragazze: perché il maschio al mare ed io sulla Salaria.”

“Commissione ad hoc in Regione”

“Quanto accaduto al Liceo Scientifico Augusto Righi di Roma ci riporta ancora una volta indietro nel tempo. Una docente avrebbe ripreso una studentessa 16enne per il suo abbigliamento – un top che lasciava la pancia scoperta – con espressioni colorite in riferimento alla prostituzione. Convocheremo in Regione Lazio una commissione ad hoc per far luce sulla vicenda” ha dichiarato Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio in Consiglio Regionale.

Un fatto gravissimo, in primis, per gli standard di rispetto reciproco a cui sono tenuti tanto i docenti quanto il corpo studentesco; e poi, soprattutto, perché ancora una volta si punta il dito sul corpo delle donne, anche giovanissime, con giudizi morali. Neanche la scuola – che dovrebbe essere luogo sicuro e di formazione – è immune da stereotipi e giudizi maschilisti” ha poi sottolineato la Mattia. “Bene il provvedimento disciplinare nei confronti della docente, ma ancor più la risposta corale e coraggiosa degli studenti e delle studentesse del Righi che all’indomani dell’accaduto hanno voluto lanciare un segnale di solidarietà alla compagna: top, gonne e pantaloncini per gridare insieme il rifiuto – ben venga – delle nuove generazioni di ogni forma di sessismo e violenza, anche quella che vuole imporre codici d’abbigliamento a senso unico”.

Sul caso si era pronunciata anche l’attrice Ambra Angiolini in un’intervista a Repubblica. “Quello della professoressa è un atto che ha una vibrazione pericolosa, che paradossalmente si avvicina al bullismo, perché il giudizio teso a vessare l’altro è il corrispettivo d’un ‘meccanismo bullo’, senza contare il cattivo gusto della metafora che cita una via notturna”.

 

Mariangela Celiberti

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