Sostengono di non ricevere lo stipendio da due anni e di esser stati costretti a lavorare in nero, alcuni minorenni avrebbero rivelato anche di esser stati maltratti e privati di acqua e luce nelle strutture delle due cooperative.

Sono le accuse presenti nelle denunce sporte dal sindacato Uiltucs che hanno spinto la Procura di Latina ad aprire una indagine nei confronti delle coop Karibu e Consorzio Aid, gestite rispettivamente dalla suocera e dalla moglie del neo deputato per l’alleanza Sinistra-Verdi Aboubakar Soumahoro (che non è indagato).

A raccontare dell’inchiesta è l’edizione odierna di Repubblica, che riporta stralci della denuncia in cui una trentina di lavoratori delle due cooperative hanno rimarcato di non ricevere da quasi due anni gli stipendi, con alcuni che hanno denunciato anche di aver ricevuto una richiesta di fatture false per poter essere pagati.

Alla mossa del sindacato Uiltucs ha seguito quella degli investigatori, che hanno acquisito diversi documenti, tra cui gli screenshot delle chat tra i vertici e alcuni lavoratori, ma anche della documentazione trovata tra i cassonetti di Sezze, in provincia di Latina, lì dove ha sede la coop Karibu.

Quest’ultima è guidata da Marie Terese Mukamitsindo, presidente del CdA, ed ha come consigliera Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro. Nel 2021 ha ricevuto contributi a fondo perduto Covid per 227 mila euro. L’altra coop al centro dell’inchiesta, il Consorzio Aid, è invece un’Agenzia per l’inclusione e i diritti e nel 2020 ha ottenuto l’affido di vari servizi per stranieri dalle istituzioni, come Prefettura di Latina, dal Comune di Latina e da quello di Termoli: nel suo CdA siede ancora una volta Mukamitsindo.

L’elettricità e l’acqua sono state tagliate per molto tempo. Non c’è cibo né ci sono vestiti. Stavamo lavorando e poi ci hanno spostato in un posto a Napoli peggiore del primo e tutti quelli che lavorano qui sono razzisti”, è la testimonianza di uno degli ospiti della struttura, Nader. Ma racconti simili arrivano da Ahmed, che ha lamentato di non aver ricevuto dalle cooperative denaro e vestiti e che il vitto “non era buono“, mentre il 17enne Abdul racconta che “l’ultimo mese non c’era acqua né elettricità… ci hanno mandato tutti in posti cattivi e anche maltrattati“.

Ex sindacalista e paladino dei braccianti, in prima linea contro il governo Meloni nella ‘guerra’ aperta dall’esecutivo sull’immigrazione e contro le navi delle Ong che salvano vite nel Mediterraneo,  il neo deputato Aboubakar Soumahoro ha impiegato alcune ore per commentare l’inchiesta che vede coinvolte le coop di moglie e suocera. Sui social Soumahoro  ha sottolineato di non essere “né indagato né coinvolto nessuna indagine dell’arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia“. Il parlamentare dell’alleanza Sinistra-Verdi scrive: “Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale. Per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l’arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l’anima in pace. A chi ha deciso, per interessi a me ignoti, di attaccarmi, dico: ci vediamo in tribunale! Ho dato mandato ai miei legali di perseguire penalmente chiunque infanga il mio nome o la mia immagine, mi diffama o getta ombra sulla mia reputazione. Nessuno mi fermerà e nessuno ci fermerà. Il nostro cammino di speranza e di una politica al servizio del NOI non si fermerà né si farà intimidire. Siamo un’umanità che ha deciso di dare una rappresentanza politica a chi ha sete di diritti e dignità. Io sarò al servizio di questa nobile e alta missione“.

Non ho mai barattato e non baratterò mai la mia ricchezza spirituale con le ricchezze materiali, perché per me la ricchezza spirituale ha la supremazia su quella materiale. Siamo qui di passaggio. Per questo, per tutta la vita, ho camminato nella verità, ho agito nella trasparenza e ho esercitato con onestà la mia vocazione di lotta per un mondo di diritti, di dignità e di legalità. La mia più grande ambizione (quando giungerà la mia ora di lasciare la terra) è di poter guardare negli occhi ognuna e ognuno di voi che avete creduto in me e dirvi che ho combattuto la buona battaglia, ho finito la corsa e ho conservato il credo“, è il messaggio condiviso via social da Soumahoro .

Redazione

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