Rischi e paure sono altissime, così come la rabbia del governatore Luca Zaia. In Veneto da ieri è tornato l’incubo di un nuovo focolaio di Coronavirus dopo la scoperta del caso di un manager della Laserjet, azienda di carpenteria meccanica di Pojana Maggiore (Vicenza), ricoverato al San Bortolo di Vicenza in terapia intensiva dopo aver rifiutato un primo ricovero. Al momento sono cinque le persone positive al Covid-19 per il nuovo focolaio, mentre in quarantena preventiva ci sono 52 persone a Vicenza e 37 in provincia di Verona.

Ma andiamo per gradi. Il caso è scoppiato nel pomeriggio di venerdì con una infuocata conferenza di Luca Zaia, il quale ha annunciato come in regione l’indice R0 è salito dal 0,43 all’1,63. Zaia ha quindi raccontato il caso di un cittadino, tornato il 25 giugno da una trasferta di lavoro in Serbia insieme ad altre persone e risultato positivo al tampone, che ha però “rifiutato il ricovero”. Raccontando l’indagine svolta per ricostruire i contatti del paziente 0, il positivo che ha rifiutato il ricovero, Zaia spiega come “lo stesso giorno” del rientro in Italia, ovvero il 25 giugno, l’uomo “inizia ad avere sintomi, febbre a 38, malessere, inappetenza, male alle ossa. Il 26 e il 27 ha avuto diversi contatti in ambito lavorativo ed extra lavorativo, feste private, un funerale, frequentazione in paese. Il 28 si è recato al pronto soccorso di un ospedale del Vicentino, viene fatto il tampone ed è positivo. Trasferito in ospedale a Vicenza gli propongono il ricovero e lui rifiuta. Capisco che sei padrone della tua vita, ma se metti a repentaglio quella degli altri il ricovero deve essere coatto”.

Stando a quanto ricostruito dalla Regione Veneto, il dirigente della Laserjet è entrato in contatto nei Balcani con un 70enne del posto, malato e positivo al Covid-19. Quindi il 25 giugno scorso manager e gli altri del gruppo sono tornati a Vicenza, e sabato 27 il ‘paziento 0’ ha partecipato prima ad un funerale e successivamente ad una cena di compleanno.

Zaia ha riferito in conferenza che l’uomo “ci ha dato una lista di contatti dal 23 al 30 giugno, vuol dire che anche con il tampone positivo è andato a fare contatti stretti”. Ricostruendo la catena di eventi ed incontri, Zaia ha spiegato che “il 30 giugno è risultato positivo asintomatico un collega che era in auto con lui. L’1 luglio si è presentato un terzo compagno di viaggio, positivo. Il 3 luglio l’Usl di Verona segnala la positività di un quarto componente del gruppo. Infine, una donna che ha avuto contatti con il “paziente zero” del focolaio”. “Questo primo signore è stato in contatto con 37 persone, tra cui cinque bambini. Meglio non continui a leggere, se no m’incazzo davvero…”, ha concluso Zaia.

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