Quarantaquattro correzioni per la prima manovra targata Meloni. È la richiesta arrivata dalla Ragioneria dello Stato al governo, per modificare altrettanti emendamenti alla legge di bilancio che sono privi di coperture. Il testo, atteso al rush finale in Parlamento con la votazione con questione di fiducia alla vigilia di Natale, dovrà tornare in commissione Bilancio della Camera.

Da stralciare, ovviamente, c’è l’emendamento approvato per errore che stanzia 450 milioni di euro all’Anci per i Comuni. Non solo. I controllori dei conti hanno posto dei dubbi sul rifinanziamento fino al 2025 del tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la società Centro di produzione Spa, ovvero Radio Radicale.

Il provvedimento, previsto da un emendamento approvato in commissione Bilancio, autorizzava lo stanziamento di 8 milioni di euro per il prossimo anno e consentire così il “servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari”.

Altro punto toccato dai tecnici è quello dello smartworking. Dubbi sono stati espressi in particolare sull’ambito scolastico e sulla sostituzione del personale a cui è concesso il lavoro agile. Per quanto riguarda la Carta giovani, che sostituirà il bonus cultura da 500 euro previsto dalla 18App, la Ragioneria ha evidenziato problemi di copertura finanziaria per quanto riguarda in particolare il 2023.

Resta invece all’interno del provvedimento, ma tra un mare di polemiche, la “norma cinghiali“. Non è stato consentito infatti lo stralcio dell’emendamento approvato dalla maggioranza, a firma dell’esponente di Fratelli d’Italia Tommaso Foti: a conclusione della discussione generale sulla manovra svoltasi stamani a Montecitorio, i deputati di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra aveva chiesto alla presidenza lo stralcio della norma che consente l’abbattimento della fauna selvatica nei parchi e nei centri urbani. Il vicepresidente Fabio Rampelli, che presiedeva la seduta ha replicato dicendo che non sussistono elementi di non ammissibilità della norma.

Viste i rilievi espressi dalla Ragioneria, la commissione Bilancio della Camera ha chiesto in Aula più tempo per esaminare i punti ‘bocciati’. La seduta parlamentare, che doveva riprendere alle 17, è stata spostata alle 19:30 per la richiesta del presidente della commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori di consentire di “modificare o sopprimere le disposizioni con profili problematici sula copertura finanziaria indicate dalla Ragioneria dello Stato”. Il  voto finale alla Camera dei Deputati non si terrà prima della tarda mattinata di sabato 24 dicembre.

Nonostante le evidenti difficoltà dell’esecutivo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso strenuamente il lavoro svolto dal governo sulla legge di bilancio. “Mi pare – avrebbe detto incontrando i parlamentari di Fratelli d’Italia per gli auguri di Natale – che tra mille difficoltà, anche di rodaggio, con giorni complessi per la legge di bilancio e nonostante tutto quello che si può e dovrà migliorare, si può dire che rispetto a chi auspicava e prefigurava la partenza della nostra maggioranza e governo come una catastrofe, tutto il racconto fatto contro di noi sta tornando indietro come un boomerang“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia