Le nuove regole per il lavoro agile
Smartworking 2023, proroga per i lavoratori fragili stop per chi ha figli under 14: tornano gli accordi individuali
In Italia sono quasi 3,6 i lavoratori che scelgono lo smart working secondo i dati dell’Osservatorio sul lavoro agile del Politecnico di Milano. Numeri che sottolineano come lo smart working è entrato nel 91% delle aziende, diventando una prassi quotidiana. Un emendamento alla Manovra, approvato in commissione Bilancio della Camera, proproga la possibilità di continuare con la modalità di lavoro agile ma solo per i fragili. Sia nel pubblico che nel privato, fino al 31 marzo 2023, per le persone fragili sarà possibile scegliere di lavorare in smart working, anche esercitando un’altra mansione. L’emendamento lascia fuori i genitori di figli under 14, che dal primo gennaio non potranno più lavorare con lo smart working agevolato, cioè senza obbligo di accordo individuale. Questo però non vuol dire che non potranno chiederlo e ottenerlo.
Smart working per i fragili
La proroga dello smart working riguarda dunque solo le persone fragili. Si tratta di lavoratori che dietro certificazione medica, risultano immunodepressi, pazienti oncologici, con terapie salvavita in corso, o disabili gravi. Il testo prevede che il datore di lavoro assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile “anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento”.
Smart working per i genitori di figli under 14
I genitori di figli under 14 sono al momento esclusi dalla proproga del lavoro da remoto in versione semplificata. Questo non vuol dire che non potranno richiederlo attraverso un accordo individuale tra azienda e lavoratore o azienda e sindacati come prevede la normativa standard dello smart working.
Smart working 2023 nel privato
Da gennaio 2023 scade anche lo smart working semplificato nel privato. Scade infatti al 31 dicembre la norma emergenziale che prevedeva per le imprese la non obbligatorietà dell’accordo individuale con il lavoratore. Le aziende dal 2023 dovranno proporre e siglare un accordo condiviso di lavoro agile, hanno valenza anche quelli firmati dal sindacato, in cui siano indicati la durata dell’accordo stesso, l’alternanza dei periodi di lavoro all’interno e all’esterno dell’azienda e i luoghi da escludere dalla prestazione professionale.
Smart working nel pubblico
Per il pubblico non cambia nulla, salvo che per la proroga prevista per i fragili. nel pubblico impiego il lavoro agile è disciplinato dagli accordi individuali e dai Piao delle amministrazioni pubbliche e lo stesso ministro della Pa, Paolo Zangrillo, ha più volte difeso lo strumento ritenendolo utile se bene gestito anche tramite valutazioni sulle performance dei dipendenti.
L’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano sottolinea come il lavoro agile sia ormai radicato nel 91% delle aziende italiane, con un aumento del 10% rispetto al 2021. La tendenza è opposta nella pubblica amministrazione, con il 57% degli enti coinvolti nel 2022, l’8% in meno in confronto a dodici mesi prima.
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