Un corte di tifosi con cori e fumogeni ha accompagnato l’ambulanza che trasportava Diego Armando Maradona alla clinica Olivos di Buenos Aires dove alle 20 (mezzanotte in Italia) è iniziato l’intervento chirurgico al cervello dopo che una Tac ha evidenziato un ematoma subdurale, che ha generato un coagulo in una regione del cervello.

L’ex numero 10 del Napoli e dell’Argentina, attualmente allenatore del Gimnasia, ha lasciato intorno alle 18 (22 in Italia) la clinica privata a La Plata, a circa 40 chilometri a sud dalla capitale (dove è stato ricoverato lunedì 2 novembre), per raggiungere la clinica Olivos poco dopo le 19. Ad accompagnarlo la figlia Gianinna.

“Si tratta di un intervento di routine” ha spiegato il dottor Leopoldo Luque che coordinerà l’operazione. Persone vicine a Maradona, che il 30 ottobre scorso ha compiuto 60 anni, spiegano che l’ematoma è stato causato da un evento traumatico che potrebbe essere stato provocato da un colpo subito anche tempo fa. Un evento che il Pibe de Oro non ricorda.

Il dottor Luque, neurologo, ha spiegato che che Maradona ha un accumulo di sangue tra una membrana e il cervello.

Ore di apprensione si stanno vivendo in tutto il mondo per colui che è considerato il miglior giocatore della storia del calcio. Apprensione particolare per il popolo argentino e per quello napoletano dove Maradona è considerato una divinità dopo aver conquistato con la maglia azzurra due scudetti e una Coppa Uefa e altri trofei.

L’ematoma subdurale cronico è un accumulo di sangue e prodotti di decomposizione del sangue, di origine venosa, che si accumula lentamente nella testa. Il sangue fuoriesce dalle vene, formando una tasca che sporge e mette sotto pressione il cervello. Se la borsa è abbastanza grande, può ferire o lacerare il tessuto cerebrale vicino, che può danneggiare il cervello. Il quadro clinico di Maradona è peggiorato nelle ultime settimane ed è precipitato tre giorni dopo il suo 60° compleanno.

Redazione

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