Continuano le indagini sulla morte di Diego Armando Maradona, il campione scomparso il 25 novembre 2020, a 60 anni, all’improvviso. La vicenda in Argentina continua a creare scalpore e a far parlare tra figli ritrovati, lotta all’eredità e le ricostruzioni degli ultimi giorni di vita e sull’operazione al cervello da cui non si è più ripreso. Il tutto nell’ambito dell’inchiesta della magistratura penale sulla morte dell’ex fuoriclasse.

L’agenzia ‘Noticias Argentinas’ ha diffuso stralci della testimonianza della psicopedagoga Griselda Morel, che seguiva Dieguito Fernando, otto anni, ultimogenito dell’ex capitano del Napoli, e lo accompagnava in ogni sua visita al padre.

Da quanto riportato dall’agenzia argentina, la dottoressa ha raccontato che i due erano molto legati e il bambino sta avvertendo in modo particolare la perdita del papà. A questo si aggiungono nuovi terrificanti dettagli sulla fine di Maradona: “Monona (la cuoca di Maradona, ndr) mi ha più volte raccontato di come il personale di sicurezza – è la testimonianza della Morel – sciogliesse delle pillole nella birra, per fare in modo che lui stesse buono durante la notte. Lo facevano prima che Maradona andasse a dormire, in modo da tenerlo a bada”.

“A volte era lui stesso a chiedere le pillole, perchè soffriva di insonnia, e loro facevano qualsiasi cosa – continua la testimonianza riportata dall’agenzia Argntina – Se Diego si alzava alle 9 del mattino con il desiderio di una birra, loro gliela davano”. Sempre secondo la Morel, “già a settembre-ottobre Diego aveva problemi per via dell’alcol, beveva vino e birra. Era così tutti i giorni, tanto che una delle ultime volte che sono stata a visitarlo con Veronica (la ex compagna, e madre di Dieguito ndr) era così gonfio in volto da essere quasi irriconoscibile”.

“Ma una volta abbiamo trovato il ‘Diez’, e questo è il massimo – ha aggiunto – in una stanza che parlava al telefono…solo che l’apparecchio non c’era, stava nella sua immaginazione”. La donna ha puntato il dito anche contro i due fisioterapisti che si alternavano nell’assistenza a Diego. “Gli offrivano continuamente da bere e lo intontivano per fare i loro comodi – è l’accusa della dottoressa – Quella casa era ridotta uno schifo, con tanta sporcizia e un frigorifero pieno esclusivamente di alcolici”. “Diego si lamentava che il bagno era al piano di sopra, e allora loro lo lavavano con un tubo di gomma”, è un altro brano della testimonianza.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.