L'inviato resiste in Russia
Marc Innaro a Mosca, l’ultimo banzai a guardia del fortino Rai: “Non operativi ma presenti”
A seguito della nuova legge russa sull’informazione – che prevede fino a 15 anni di carcere per chi pronuncia la parola “guerra” e “invasione” in televisione – quasi tutti i media occidentali hanno deciso di chiudere i battenti nelle ultime 48 ore. Hanno chiuso tra gli altri BBC, CNN, Bloomberg, la spagnola TVE e l’agenzia EFE, la Deutsche Welle, l’Ansa. E la Rai?
La tv pubblica ha deciso di sospendere i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa per “l’impossibilità – spiega Viale Mazzini in una nota – di garantire la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione”. Le notizie su quanto accade a Mosca e nel resto del Paese verranno per il momento fornite “sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia”. Rientrano dunque in Italia gli inviati della tv pubblica, mentre il corrispondente da Mosca Marc Innaro non potrà per il momento lavorare.
Viale Mazzini sospende tutti i servizi giornalistici e richiama i quattro inviati: Alessandro Cassieri da Mosca (Tg1), Giammarco Sicuro da Mosca (Tg2), Marina Lalovic (Rai News 24) e Nico Piro da Rostov sul Don (Tg3). Per i due corrispondenti, Marc Innaro e Sergio Paini, la Rai lascia libertà di scegliere se ritornare a Roma o smaltire delle ferie a Mosca. Il Riformista ha chiesto direttamente a Marc Innaro come stanno le cose.
Il responsabile dell’ufficio moscovita Rai precisa, questa mattina alle 9,15: “La sede RAI non è chiusa. È perfettamente funzionante, con cameraman, montatori, producer”. Qui specifica il passaggio cruciale: “È stata sospesa la produzione di servizi e dirette dalla Russia”. La Rai insomma c’è, a Mosca, ma non può produrre servizi. Poi Marc Innaro conferma la scelta “sindacale” di mettere in riposo momentaneo i corrispondenti: “I corrispondenti sono in ferie e possono decidere di tornare in Italia”. E conclude ribadendo la decisione di viale Mazzini sugli inviati: “Gli inviati RAI in Russia (in tutto sono 4) devono immediatamente tornare in Italia”.
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