Il "prete scomodo" per il suo tempo
Mattarella onora don Milani e il valore del merito nella scuola: “Mai sottrarsi al confronto e mai mettere a tacere qualcuno”. Roccella ringrazia
Nel centenario della nascita del “prete scomodo” il capo dello Stato esalta e onora la figura di don Milani e si sofferma sulla vicenda Roccella al Salone del Libro di Torino interrotta durante la presentazione del suo libro da un gruppo di manifestanti

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato in elicottero a Barbiana, località nel comune di Vicchio, in provincia di Firenze, per partecipare alle celebrazioni per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che qui fondò nel 1954 la scuola in cui insegnò introducendo un innovativo metodo didattico e pedagogico. E’ la prima volta che un presidente della Repubblica visita Barbiana.
“La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica”- con queste parole il Presidente Mattarella omaggia la figura di don Milani – “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà”.
E sul merito Mattarella precisa che non può e non deve essere l’amplificazione del vantaggio di chi parte già favorito – “Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito. I ragazzi di don Milani” – prosegue il Presidente – “non possedevano le parole. Per questo venivano esclusi. E se non le avessero conquistate, sarebbero rimasti esclusi per sempre.”
Sul prato di Barbiana, Mattarella parlando durante la cerimonia dei cento anni dalla nascita di don Lorenzo Milani si sofferma anche sull’importanza del libro di Lettera a una professoressa scritta da don Milani insieme ai suoi ragazzi mentre la malattia avanzava, fino a portarlo via a soli 44 anni. Quella lettera è un atto di accusa impietoso e ha rappresentato una lezione impartita a fronte delle pigrizie del sistema educativo e ha spinto a cambiare, ha contribuito a migliorare la scuola nel mezzo di una profonda trasformazione sociale del Paese. Don Milani ha contribuito con il suo operato a “comprendere meglio i doveri delle istituzioni e sollecitato a considerare i doveri verso la comunità”.
“Mai mettere a tacere qualcuno, tantomeno un libro” – “La scuola di Barbiana durava tutto il giorno. Cercava di infondere la voglia di imparare, la disponibilità a lavorare insieme agli altri. Cercava di instaurare l’abitudine a osservare le cose del mondo con spirito critico. Senza sottrarsi mai al confronto, senza pretendere di mettere a tacere qualcuno, tanto meno un libro o la sua presentazione. Insomma, invitava a saper discernere”, ha sottolineato Mattarella.
Un senso fortissimo della politica – “Se il Vangelo era il fuoco che lo spingeva ad amare, la Costituzione era il suo vangelo laico. Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”. Difficile trovare parole più efficaci”, ha commentato Mattarella
Un maestro. Un educatore. Una guida per i giovani che sono cresciuti con lui nella scuola popolare di Calenzano prima, e di Barbiana poi. “Testimone coerente e scomodo per la comunità civile e per quella religiosa del suo tempo. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana”- conclude il presidente della Repubblica.
Don Milani – continua nel suo ricordo Mattarella – “invitava a saper discernere. Quel primato della coscienza responsabile, che spinse don Milani a rivolgere una lettera ai cappellani militari, alla quale venne dato il titolo ‘L’obbedienza non è più una virtù’ e che contribuì ad aprire la strada a una lettura del testo costituzionale in materia di difesa della Patria per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Padre David Maria Turoldo, amico di don Milani, disse di lui che ‘diventando disobbediente’ in realtà obbediva a principi e regole ancora più profonde e vincolanti. Non certo a un capriccio o a una convenienza. Non c’era integralismo nelle sue parole, piuttosto radicalità evangelica”.
La ministra Roccella – “Ho molto apprezzato le parole del Presidente Mattarella, soprattutto in una giornata significativa come il centenario della nascita di Don Milani e in un contesto particolare come la scuola di Barbiana. Mai mettere a tacere nessuno, mai mettere a tacere un libro. Spirito critico e libertà di espressione sono valori che i nostri giovani devono imparare a coltivare insieme”. Lo scrive su facebook la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità in merito alla vicenda dello scorso 20 maggio alla Fiera del Libro di Torino alcuni attivisti di “Non una di meno” e di “Extinction Rebellion” contestò e impedì alla ministra di parlare del suo libro “Una famiglia radicale”.
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