La ministra Eugenia Roccella è stata contestata al Salone del libro da un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion e Non una di meno. La contestazione è avvenuta all’Arena Piemonte, dove la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Pari Opportunità Roccella stava presentando il suo libro Una famiglia radicale.

All’improvviso il gruppo di manifestanti seduto tra il pubblico ha esposto cartelli con le scritte “Fuori lo stato dalle mie mutande”, “Sul mio corpo decido io”. Intanto una delle attiviste si è avvicinata al tavolo dei relatori leggendo un comunicato.

La ministra ha invitato i giovani ad intervenire sul palco per spiegare i motivi della loro protesta e ha chiesto alla polizia di non allontanare nessuno – “Non potrei accettarlo – ha detto –  ho un passato in cui venivo portata via ai sit-in e non voglio che questo succeda”. Dopo l’intervento dal palco dell’attivista, la ministra ha risposto: “Volevo un dialogo, tu hai fatto solo un intervento”.

Poi si è rivolta agli altri manifestanti che hanno interrotto l’evento: “Lottate contro l’utero in affitto insieme a noi – ha detto la ministra – contro la mercificazione del corpo delle donne, lottate contro un mercato razzista dove i figli delle donne nere costano meno di quelle bianche”.

In concomitanza arriva la risposta della Roccella alle forte critiche all’Italia in tema di diritti, del premier canadese Justin Trudeau, al G7 di Hiroshima. La ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità dal Salone del Libro di Torino ha detto: “Il Canada è un paese dove si fa la pratica della maternità surrogata che viene ritenuta solidale. Ma considerarla solidarietà mi pare una definizione perlomeno parziale, La solidarietà si limita ai cosiddetti rimborsi per le donne, ma la remunerazione riguarda tutto l’apparato di mercato che c’è intorno: le società che si occupano di maternità surrogata, le consulenze legali, i centri di fecondazione artificiale, le biobanche per la conservazione dei gameti e così via”.

 

Redazione

Autore