La rubrica
Agosto, il mese del Meeting di Rimini: cos’è e come può arricchire il dibattito culturale e sociale italiano
L’edizione di quest’anno si terrà dal 20 al 25 agosto alla fiera di Rimini. Il Riformista racconterà tutti gli aspetti di una manifestazione culturale estremamente variegata, ormai consolidata ed entrata nel panorama degli appuntamenti di rilievo di questo Paese

Agosto tra le tante cose è anche il mese del meeting di Rimini, manifestazione ormai consolidata ed entrata nel panorama degli appuntamenti di rilievo di questo Paese. Il Riformista decide di dedicare a questo evento una speciale rubrica: sarà una rubrica che vuole sì lanciare l’edizione del Meeting di quest’anno che si terrà dal 20 al 25 agosto alla fiera di Rimini, ma soprattutto vuole raccontare che cos’è il Meeting e come può arricchire il dibattito culturale e sociale del nostro Paese. Non voglio anticipare i contenuti di questa rubrica, che sarà variegata e affronterà diverse tematiche. Voglio però dire quali sono alcuni aspetti che a mio avviso sono identificativi del Meeting nella sua originalità e che saranno in qualche modo i binari su cui si muoverà il nostro faro puntato su Rimini in questo periodo di avvicinamento e durante i giorni della manifestazione, ai quali dedicheremo ampio spazio di cronaca.
Innanzitutto l’aspetto del Meeting di Rimini che si propone ancora oggi come decisivo in un contesto odierno così sofferente in tema di cultura, società, buona politica, rapporti umani, educazione e così incastrato in uno sfacciato individualismo, è racchiuso nel suo nome completo: Meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli. La proposta di questa manifestazione è innanzitutto quella di anteporre a tutte le diversità, a tutti gli interessi, a tutte le tematiche la preoccupazione di un’amicizia. Ovvero la preoccupazione di affermare che l’altro è un valore di per sé e che innanzitutto occorre “accoglierlo” nell’affrontare ogni questione. Vivendo il Meeting si percepisce la convinzione che dai rapporti umani nasca qualcosa di buono per l’uomo. Oserei dire che oggi in tutti i campi questa convinzione si stia pian piano smarrendo: chi oggi ritiene ancora utile cercare un’amicizia nella diversità? Non è forse per questo che anche il dibattito politico si sterilizza e polarizza sempre di più? Non è così che la nostra azione perde di efficacia?
In secondo luogo il meeting di Rimini è una manifestazione culturale estremamente variegata: chi lo frequenta può cibarsi di storia, arte, musica, scienza, religione, sport, filosofia, ecc. Il tutto nell’ambito della stessa fiera. E il tutto affrontato a un livello alto, profondo, ma allo stesso tempo alla portata di tutti. Questo a parer mio è il grande pregio che gli organizzatori del Meeting riescono a centrare: affrontare temi grandi sapendoli proporre a tutti, senza banalizzarli. Ovvero fare cultura!
Poi il Meeting di Rimini è un luogo di amicizia vissuta: un momento di festa dove si può star bene per qualche giorno, si possono fare amicizie e seguire spettacoli mangiando e bevendo insieme. Il meeting è da vivere: il clima respirato fa tornare a casa con il cuore riposato nonostante le gambe stanche, perché fare avanti e indietro per la fiera non è letteralmente solo una passeggiata.
Infine andare a Rimini è l’occasione per conoscere più da vicino il movimento di Comunione e Liberazione, l’esperienza che ha preso la vita di chi ha ideato il Meeting e l’ha realizzato nei suoi oltre 40 anni di storia. Ci occuperemo anche di questo, tramite i protagonisti di ieri e di oggi, i volti di alcuni volontari tra le migliaia di persone che costruiscono il Meeting e alcune delle proposte a cui i suoi partecipanti danno vita come gli incontri dedicati al pensiero di don Giussani.
Nei prossimi giorni vi racconteremo quindi della storia del Meeting e dell’edizione di quest’anno, dal titolo al programma. Approfondiremo in anteprima il contenuto di alcune delle mostre che saranno presenti a Rimini e toccheremo temi che saranno oggetto di dibattito. Infine vi proporremo alcune esperienze personali di Meeting vissuto, con la speranza di riuscire a restituire almeno in parte l’anima di questa manifestazione.
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