Martedì scorso il sindaco Luigi de Magistris, senza più maggioranza e salvato sul bilancio da trasformisti di Forza Italia, ha cambiato per l’ennesima volta la composizione della giunta comunale: un’operazione da “repubblica delle banane”, figlia di una cultura proprietaria delle istituzioni pubbliche. A pochi mesi dalle elezioni amministrative, il “sindaco con la bandana” continua a “scassare” la città imbarcando nell’amministrazione «quaquaraquà e scappati di casa», come mi dice un caro amico. Non contento prende l’inossidabile e senza scuorno Enrico Panini, fino a ieri vicesindaco e assessore al Bilancio, e lo nomina capo di gabinetto della Città metropolitana, intesa come “succursale” di Palazzo San Giacomo.
In questi anni l’ex Provincia è stata utilizzata soltanto per meschine operazioni di potere, cioè per accontentare le misere aspettative di un sistema politico locale indecente. Il Partito democratico e quel che rimane del centrosinistra, dal 2011 a oggi, sono stati complici colpevoli di tutto ciò e, nonostante i proclami dei dirigenti provinciali dem, tutto continua senza vergogna.
Forse l’ex pm sbarcherà in Calabria con la presunzione di poterne diventare presidente: provo compassione per gli uomini e le donne di quella disastrata regione, che già deve fare i conti con un sistema criminale invasivo e sempre più violento. Mi dispiace per l’ex sindaco di Riace, ma questa volta ha preso fischi per fiaschi. A ogni modo chi vivrà vedrà e io mi auguro che de Magistris, qualora davvero si candidi, venga sonoramente sconfitto e finalmente esiliato nel silenzio. È necessaria una forte identità democratica, un progetto di risanamento e di sviluppo a destra come a sinistra.