“Il vaccino le avrebbe salvato la vita? Sì, oggi ne sono certo”, dice Salvatore Palmigiano, l’uomo, ristoratore, pluripremiato pizzaiolo cilentano, che a causa del covid-19 ha perso la moglie Antonietta Delli Santi, 26 anni, morta dopo tre mesi di agonia, e Sharon, nata prematura e morta qualche giorno dopo il parto al Policlinico Federico II di Napoli come la madre. La tragedia della famiglia cilentana – residente ad Ascea, lei era nata a Montano Antilia – è diventata nota in tutta Italia.

Gaspare è l’altro figlio della coppia, ha due anni. La donna era risultata positiva poco dopo Ferragosto. Era incinta di sei mesi e non si era vaccinata. Era in sovrappeso e aveva paura del siero anti-covid. Il ginecologo che la seguiva glielo aveva sconsigliato, almeno momentaneamente. “Ma lo avrebbe fatto se avesse avuto il via libera del ginecologo. Che invece ci consigliò di aspettare. Non abbiamo avuto tempo, ci siamo ammalati insieme il 14 di agosto. Ed in quel giorno è cominciato il nostro inferno”, ha raccontato l’uomo, che invece aveva fatto la prima dose a inizio agosto, a Il Corriere del Mezzogiorno. Non era scetticismo, solo avevano consigliato loro di non affrettare.

Non ho alcuna intenzione di colpevolizzare il ginecologo – ha detto a Repubblica Napoli Palmigiano – chiunque si sarebbe comportato allo stesso modo. Questo è un virus nuovo anche per i medici. Se c’è un colpevole, è il covid e semmai chi ha lasciato che si diffondesse nel mondo”. La donna prima del contagio era sana. Fu ricoverata prima all’ospedale di Vallo della Lucania e poi a Napoli. Poco dopo il ricovero i medici decisero di far nascere la bambina, morta dopo venti giorni. La donna si era anche negativizzata ma non ce l’ha fatta, è morta il 14 novembre. Il marito oggi si sente in colpa: di averla contagiata lui, forse, che lavorava mentre lei no. Non lo scoprirà mai, il dubbio lo “lacera”.

L’ultimo messaggio della donna alle 22:00 del 19 di agosto. “Ciao”, scriveva. L’ultima parola, la prima dopo tre mesi, che l’uomo le ha sentito dire è stata “papà”, “era molto legata al padre, forse chiedeva a lui aiuto”. E il marito per un mese tutti i giorni in ospedale. E tutti i giorni a Pietrelcina perché lei era devota a Padre Pio. “Uscivo dal Santuario carico e sereno per affrontare Antonella. Andavo da lei, le parlavo e continuavo a pregare. Era intubata e i medici avevano provato altre volte a staccarla dalla macchina ma non reggeva. Dentro di me – ha raccontato ancora al Corriere – sapevo che prima o pio avrei avuto la notizia più atroce”.

E ai No Vax dice: “Chiamatemi, vi racconto i miei ultimi quattro mesi. Capireste l’importanza del vaccino e di tutte le regole da rispettare. Devono stare in silenzio, invece. E se rifiutano il vaccino stiano a casa senza uscire mai. Chi non ha provato dolori come quello che vivo io adesso – riporta il Corriere – non potrà mai capire, mi auguro che queste persone si informino bene e soprattutto con le persone giuste. Capiscano l’importanza del green pass e del vaccino. La gente non merita ancora di morire, oggi il Covid si può fronteggiare”.

L’appello in una nota del professor Domenico Arduini, presidente Comitato Scientifico della Fondazione ASM Onlus e professore onorario di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Roma Tor Vergata: “Il vaccino protegge sia la mamma che il bambino. Numerosi studi hanno dimostrato il passaggio degli anticorpi, attraverso la placenta, dalla mamma al feto. La mamma produce anticorpi sia dopo la malattia naturale COVID-19 che dopo la vaccinazione”. La somministrazione è consigliata dopo il primo trimestre, “necessario” per Arduini dal terzo mese in avanti.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.