Sono  una ventina i sanitari risultati positivi al coronavirus all’ospedale Luigi Sacco di Milano. Per il focolaio, che riguarda sia medici che infermieri, è stato chiuso il reparto di cardiologia, il cui personale è stato interamente sottoposto a tampone. La chiusura, scrive l’Ansa, è stata disposta da circa una settimana. Non si accettano dunque altri pazienti al momento.

La direttrice sanitaria dell’ospedale Lucia Castellani ha dichiarato all’agenzia di stampa: “Abbiamo chiuso il reparto la settimana scorsa dopo che una ventina circa degli infermieri del reparto, tra sintomatici e asintomatici, è risultata positiva nonostante il rispetto assoluto delle misure di sicurezza e l’uso dei dispositivi di protezione”. L’Asst ha confermato che c’è anche un medico tra i contagiati dal Sars-Cov-2 del reparto di cardiologia. La direttrice ha confermato che anche cinque pazienti sono risultati positivi e quindi trasferiti al reparto malattie infettive. I pazienti negativi al tampone sono tenuti sotto stretta sorveglianza nel reparto, dove è già stata realizzata la disinfezione ambientale. Ancora da chiarire l’origine del contagio. Secondo le prime voci il focolaio sarebbe nato all’esterno dell’ospedale.

LA SITUAZIONE – L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli ha parlato di situazione esplosiva a Milano. Da più parti si continuano a invocare misure più stringenti per contenere il contagio. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza con nuove restrizioni. Un provvedimento sottoscritto anche dal ministro della Salute Roberto Speranza. Le misure saranno in vigore da giovedì 23 ottobre e fino al 13 novembre. L’ordinanza prevede il coprifuoco dalle 23:00 alle 5:00. Torna anche l’autocertificazione: saranno consentiti infatti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o per motivi di salute.

Una seconda ordinanza ha disposto che “nelle giornate di sabato e domenica è disposta la chiusura delle grandi strutture di vendita nonché degli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali. La disposizione di cui al precedente periodo non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l’igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle tabaccherie e rivendite di monopoli”.

“In Lombardia c’è un’impennata di contagi, ricoveri e terapie intensive e questo prezzo non può essere pagato da Milano. Quando il virus si scatena in una grande città ha un effetto dirompente”, ha detto in un video postato su Facebook il sindaco Beppe Sala. Ieri in Lombardia i nuovi positivi riportati dal bollettino erano 2.023, in provincia di Milano 1.054. L’Ansa riferisce che oggi saranno oltre 4.00 i nuovi positivi nella Regione più colpita dalla pandemia. Circa 36mila i tamponi processati nelle ultime 24 ore. Il rapporto tra test e contagiati salirebbe così dal 9,3% di ieri all’11%. Lunedì 19 la percentuale tra positivi e tamponi era arrivata all’11,57%. La più alta della seconda ondata. Il record di positivi in Lombardia è del 21 marzo: 3.251, con un numero di tamponi molto più basso.

Redazione

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