Milano, città della moda e del design, ma anche della prostituzione. Una metropoli che nasconde un lato proibito fatto di case chiuse e incontri notturni che forse non tutti conoscono. Non ci sono le classiche maîtresse di un tempo e nemmeno il tariffario esposto all’ingresso ma per il resto c’è tutto.

Sono tre le case chiuse conosciute da tempo dall’amministrazione comunale milanese. Tutte in zona Corso Buenos Aires, tra il quartiere di Porta Venezia e Loreto. In un caso parliamo di un bed & breakfast con diverse stanze abitate da escort. Le altre due invece sarebbero all’interno di due condomini in appartamenti attigui, singoli monolocali e bilocali, con affitti carissimi. I residenti protestano ma per ora la situazione resta invariata. E uno dei due palazzi, oltre ad ospitare le ragazze, è costellato da uffici che rimandano a un ente istituzionale.

Preservativi usati abbandonati sulle scale, escrementi a terra e cassette dell’elettricità usate come depositi. A denunciare la situazione, già da qualche tempo, era stato il presidente della Commissione Sicurezza del Municipio Due di Milano, Riccardo Truppo, che aveva svolto un sopralluogo notturno per verificare le condizioni dello stabile in Via Vitruvio.

Avvicinandosi agli stabili non è difficile individuare i clienti in attesa. Esitanti, guardinghi, con il telefono in mano per capire il percorso da seguire. Imposte sigillate e cancello sempre aperto, abitano in piccole stanze buie per stare lontane da occhi indiscreti. Ma questo non basta per tenere a bada la furia dei condomini inviperiti per il continuo via vai di uomini di tutte le età.

Le donne hanno paura, non sono tutelate e subiscono spesso agguati e rapine. E gira voce che abbiano deciso di unirsi in un Comitato per boicottare anche alcuni siti internet che in linea con il rialzo dei prezzi hanno aumentato le richieste di provvigioni. Perché sulla pelle di queste ragazze sono in tanti purtroppo a lucrarci.

Redazione

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