A Milano l’ultimo sabato in zona gialla si è trasformata in una follia generale. Verso ora di cena in Darsena si sono assembrate centinaia di persone. Sembrava un sabato sera qualunque tra musica, balli, palloncini luminosi e drink. Una sorta di mini-rave allestito al bordo acqua con la complicità del buio.

Alle 22 la situazione è degenerata in una maxirissa. Alcuni ragazzi che stavano ballando hanno iniziato a picchiarsi coinvolgendo le persone intorno. Così si è scatenato il panico generale tra calci, pugni, spintoni e lanci di bottiglie e bicchieri. Poi è intervenuta la polizia che ha disperso l’assembramento. Ma le persone sono rimaste in zona anche oltre le 23.30, a dispetto del coprifuoco.

Lunedì Milano tornerà in zona arancione e i tecnici ipotizzano a breve un nuovo picco di contagi. Dalle foto scattate ai navigli si vedono tantissime persone senza mascherina che non rispettano il distanziamento. Gli appelli alla prudenza e al rispetto delle regole per evitare ulteriori contagi sono rimasti inascoltati.

Il sole primaverile che ha baciato Milano dopo settimane di pioggia e freddo hanno portato in strada tantissime persone che per tutto il giorno hanno affollato le vie del centro e i negozi dello shopping. Poi la sera i Navigli e la Darsena sono tornati affollati come un tempo. Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli elevando multe.

“Ieri sera intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia di persone. Le forze dell’ordine, tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità (il numero l’ho ricevuto dal Prefetto). E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà”. Lo ha scritto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, su Facebook rispondendo alle polemiche sulla movida di ieri sera a Milano.

“Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? – aggiunge Sala – Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano? E poi, ci lamentavamo quando il governo precedente decideva dalla sera alla mattina il cambio di ‘colore’, ora che la decisione viene comunicata tre giorni prima vedete tutti cosa succede”.

“Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell’ordine – aggiunge Sala –  Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando. Ma se viene meglio scrivere a lettere cubitali ‘DOVE ERANO POLIZIOTTI E VIGILI?’ cosa volete che vi dica? Solo che continuerò a lavorare, a metterci la faccia. Con pazienza, dedizione e misura, come il mio ruolo richiede. Un’ultima riflessione – conclude Sala –  L’ho detto ieri, con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà – conclude Sala – e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.