Dopo poco più di due settimane dalle minacce esposte pubblicamente con degli inquietanti manifesti funebri, arrivano due misure cautelari per i presunti autori dell’intimidazione che aveva visto come obiettivo il comandante della polizia municipale di Arzano Biagio Chiariello.

I carabinieri hanno infatti individuato e arrestato come responsabile delle minacce di morte Mariano Monfregolo, 39enne con precedenti, fratello del boss Giuseppe, nei cui confronti i militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautela in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

L’altra misura cautelare è stata disposta nei confronti di un 21enne di Arzano, compagno della nipote di Mariano, sottoposto a divieto di dimora nel territorio della Campania. I due rispondono dell’accusa di minaccia a pubblico ufficiale, aggravata dalle modalità mafiose.

Chiariello, che con la polizia municipale è da tempo impegnato nella lotta contro gli abusi edilizi nel complesso della 167 e nel contrasto del fenomeno dell’occupazione abusiva di alloggi popolari, era stato minacciato lo scorso 7 marzo, quando sulle mura della sede della polizia locale erano stati affissi dei manifesti funebri che ne annunciavano la morte il 10 marzo e con l’avvertimento “qui il casino non ci piace“.

Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, Monfregolo e altre persone appartenenti al suo nucleo familiare per mesi, in particolare tra gennaio e marzo, hanno spiato, insultato, provocato e persino pedinato gli agenti della polizia municipale di Arzano impegnati nella zona della 167 nel censimento degli appartamenti occupati abusivamente.

Esprimiamo soddisfazione per l’immediata risposta dello Stato alle minacce mafiose contro il comandante della polizia municipale di Arzano, Biagio Chiariello. Uno degli arrestati è un esponente di spicco della camorra dell’area Nord di Napoli“. Questo il commento di Sandro Ruotolo, senatore del gruppo Misto, dopo le due misure cautelari eseguite oggi per le minacce rivolte a Chiariello. “È una prima risposta – dice Ruotolo -, aspettiamo con fiducia il seguito. Stese, attentati, omicidi, estorsioni. I responsabili vanno individuati e assicurati alla giustizia. Le case del complesso abitativo della ‘167’ di Arzano, occupate abusivamente dal clan, vanno restituite alla comunità“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.