A fare notizia all’assemblea dei soci della Juventus è stata soprattutto l’irruzione dell’ex direttore generale e attualmente azionista Luciano Moggi. “Siamo stati indicati come colpevoli di cose che avevano fatto altri. Se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze perché pensano di aver trovato elementi nuovi, è altrettanto vero che bisognerebbe riaprire Calciopoli, una ferita che non si rimargina ancora né per noi né per la Juventus”, ha detto nel suo intervento tra gli applausi dei presenti in sala.

L’improvvisata di Moggi in un momento molto delicato per la Juventus: il più delicato dallo scandalo che esplose nel 2006 e che portò alla retrocessione in Serie B della “Vecchia Signora”. Un boccone così amaro che Moggi ancora non ha digerito. E con lui tanti tifosi juventini. A fine novembre i pm della Procura di Torino hanno chiesto al gip il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e di altri undici dirigenti del club (più la società) nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità di bilancio e le plusvalenze.

L’avviso di conclusione delle indagini era stato notificato agli indagati lo scorso 24 ottobre. Si parlava di plusvalenze artificiali per 155 milioni di euro, notizie false sulla manovra stipendi, perdite di esercizio inferiori a quelle reali, false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, dichiarazioni fraudolente con utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ostacolo alle autorità di vigilanza. Agnelli ha approvato il bilancio 2021/2022 con un rosso di 238,1 milioni. “Dimettermi non è stata una decisione facile, ma la Juventus viene prima di tutto e tutti”, ha detto in assemblea.

“Sono qui per capire, a leggere i giornali sono catastrofi e invece sento cose diverse. Poi sono venuto per ringraziare Andrea Agnelli, nove scudetti non si vincono con facilità, solo chi c’è dentro conosce le difficoltà che ci sono per vincere. La leggenda che la Juve vince perché ruba è assurda. La Juventus ha vinto sempre sul campo, anzi forse hanno rubato qualcosa a noi”, ha detto Moggi riportando un elenco sommario: “A Perugia, col diluvio del Curi. E l’anno dopo, quando hanno cambiato le regole in corsa per favore la Roma facendo giocare Nakata che segnò contro di noi proprio il gol scudetto. E poi guardate chi c’è in panchina a fare il team manager, quello che ha contraffatto il passaporto di Recoba. Io ancora combatto per Calciopoli, noi siamo stati ritenuti colpevoli per cose che hanno fatto altri”.

E quindi il regalo per l’ex Presidente: “Ho portato un cofanetto con una chiavetta, qui c’è tutta Calciopoli. Sentirai Carraro dire che Lazio e Fiorentina non possono retrocedere, e di non aiutare la Juventus”. “Volevo continuare dicendo che, se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze perché pensano di aver trovato cose nuove è altrettanto vero che dovrebbe essere riaperta Calciopoli. È una ferita che non si rimargina né per noi né per la Juve, sono sei anni che lavoriamo per questo cofanetto. Meani, dopo un Milan-Chievo 1-0, dice: ‘Ti ho fatto dare 7 da Cecere, il giornalista della Gazzetta, ti faremo fare gratis in Svizzera un trapianto di capelli’. Ma non mi piace il discorso di Arrivabene sul piano tecnico, la Juventus non ha un centrocampo all’altezza, non bisognava pensare agli attaccanti, ma a chi deve dare la palla agli attaccanti”.

L’ex dg non ha risparmiato un consiglio sulla Juventus del futuro: “Un mio pensiero sul prossimo Cda, perché voglio bene alla Juventus. Vorrei venisse fatto come era prima del 2006, quando c’era gente che si intendeva di calcio. Finita la Juventus di quel tempo, la Nazionale è sparita completamente dalla circolazione. Credo sarebbe opportuno che le figurine come gli ex giocatori non debbano servire alla Juventus, ora bisogna tornare a ricreare la Juventus che vince tutto. Come era la nostra e pure quella di Andrea Agnelli fino a qualche anno fa. Ci sono dei cicli, si è aperto un ciclo nuovo, bisogna proporre giocatori giovani. Prestiamo attenzione al Cda perché è la macchina, serve chi sa amministrare ma anche chi deve occuparsi dell’area sportiva. Bisogna sapere vendere, comprare, scovare giocatori da giovani. Voi vi ricorderete che Cristiano Ronaldo l’avevamo preso quando aveva 17 anni, poi un giocatore ha rifiutato il trasferimento e tutto andò a monte. La Juventus deve essere sempre vincente. E non ha mai rubato per vincere, questo è il punto”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.