Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41bis, continua a portare avanti il suo sciopero della fame da 97 giorni. Una storia che non lascia indifferenti e che ha spinto sempre più persone a ragionare su ergastolo e 41 bis, il carcere duro. “Abbiamo così sentito il bisogno di mettere insieme tante realtà che lottano per l’eliminazione di questi due istituti inumani dell’ordinamento penitenziario italiano e fare rete in tutta Italia per sensibilizzare quante più persone possibile a questi temi. Vogliamo sostenere ancora più forte la lotta per Alfredo Cospito”, ha spiegato Riccardo Rosa di Napolimonitor, tra i promotori dell’iniziativa. Si chiama “Morire di pena. Per l’abolizione di ergastolo e 41bis” ed è una piattaforma che mette insieme una rete di gruppi e movimenti della città, ma anche realtà impegnate nel mondo della cultura e nella tutela dei diritti (come la casa editrice NapoliMonitor e l’associazione Yairaiha Onlus ), sindacati di base, avvocati, attivisti e addetti ai lavori dell’universo penitenziario.

Intorno alla lotta per Alfredo Cospito si sono unite una serie di realtà e hanno diffuso pubblicamente un documento già sottoscritto da oltre sessanta gruppi e associazioni, e quasi centocinquanta tra artisti, intellettuali, docenti universitari, ricercatori, avvocati e attivisti. “Fin dalla sua nascita – denuncia il documento – il 41bis si è mostrato come uno strumento di ricatto per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura, fondato su pratiche di vera e propria tortura. Le condizioni inumane di detenzione previste da questo istituto si concretizzano in isolamento in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua, limitazione o eliminazione dei colloqui con i familiari, controllo della posta, limitazione di oggetti in cella persino come penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento che provoca danni incalcolabili nel corpo e nella psiche dei detenuti. […] L’ergastolo, assimilabile in tutto e per tutto alla pena di morte, è invece l’istituto con il quale lo Stato prende possesso del corpo di un individuo, arrogandosi la prerogativa di decidere discrezionalmente se, come e quando restituirgliela attraverso la ‘libertà condizionale’ per ‘buona condotta’, senza che questi possa mai venire a conoscenza dei tempi e dei modi del suo eventuale rientro nel consesso sociale. Al netto della inumanità di una punizione a vita, che cancella nell’individuo le idee stesse di ‘speranza’ e di possibile reinserimento nella comunità, l’ergastolo è incompatibile con la Costituzione e con l’idea di ‘rieducazione’ del condannato”.

Il documento di lancio della piattaforma ha registrato in soli due giorni centocinquanta adesioni individuali e sessanta circa tra gruppi e associazioni. Tra i primi firmatari artisti, personalità del mondo del cinema e della cultura, come Goffredo Fofi, Antonio Capuano, Ascanio Celestini, Pietro Marcello, Elio Germano, i 99 Posse, gli Assalti Frontali, ZeroCalcare, Jorit, attivisti e personalità impegnate nella tutela dei diritti dei detenuti come l’ex senatore Luigi Manconi; Charlie Barnao, docente delegato per il polo universitario di Catanzaro, il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello, l’ex presidente del tribunale di sorveglianza di L’Aquila Laura Longo, la presidente di Yairaiha Onlus Sandra Berardi, il presidente di Antigone Campania Luigi Romano, padre Alessandro Santoro, della comunità delle Piagge (Firenze).

La rete ha già iniziato a mobilitarsi per Alfredo Cospito. Mercoledì 25 a Napoli è stata convocata dall’assemblea di Attivisti e attiviste napoletane per l’abolizione di ergastolo e 41bis (ore 10:00 in via Toledo, stazione della Linea 1 Metropolitana); e due a Roma, nell’ambito di una settimana di manifestazioni organizzate quotidianamente a partire da questo lunedì. La prima alle 11:00 in piazza Cavour, all’esterno della Corte di Cassazione, in concomitanza con l’udienza per il riesame delle nuove norme sull’ergastolo ostativo; la seconda alle ore 17 in piazza Cairoli, nei pressi della sede del Ministero di giustizia. Durante il presidio la redazione di NapoliMonitor parlerà del libro di Luigi Romano, ‘La settimana santa. Potere e violenza nelle carceri italiane’, che racconta le violenze della polizia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel marzo 2020. L’attore Lino Musella leggerà alcuni estratti del libro. Il presidio si concluderà con un’assemblea pubblica alle ore 19. Il giorno seguente, giovedì 26, a partire dalle 18:00, anche Elio Germano, Alessandro Tiberi e Leonardo Maltese interverranno al presidio di piazza Cairoli per alcune letture sul carcere.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.