Scomparso a 79 anni
Morto Jean-Paul Fitoussi, addio all’economista francese critico dell’austerità

Jean-Paul Fitoussi, noto economista francese, è morto questa notte a Parigi all’età di 79 anni. A comunicarlo sono stati i familiari del professore emerito di SciencesPo, l’istituto di studi politici di Parigi di cui aveva creato il dipartimento di Economia, considerato il più autorevole teorico contemporaneo del reddito di base.
Fitoussi, che avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 19 agosto, è stato sempre legatissimo all’Italia: docente alla Luiss di Roma, aveva trascorso un lungo periodo anche a Firenze, presso l’Istituto di Studi Europei di Fiesole, mentre recentemente aveva avuto un ruolo chiave nell’organizzazione del Festival dell’Economia di Trento.
Attualmente era direttore di ricerca all’Observatoire francois des conjonctures economiques, istituto di ricerca economica e previsioni e membro del consiglio scientifico dell’Istituto “François Mitterrand”. Autore di numerose opere tra cui ‘La misura sbagliata delle nostre vite. Perché il Pil non basta più per valutare benessere e progresso sociale’ (Etas 2010 e 2013), scritto con Joseph Stiglitz e Amartya Sen; ‘Il teorema del lampione o come mettere fine alla sofferenza sociale’ (Einaudi 2013) e ‘La neolingua dell’economia. Ovvero come dire a un malato che è in buona salute’ (Einaudi 2019).
Fitoussi da sempre è stato fortemente critico rispetto alle misure di austerità, alla rigidità nelle politiche di bilancio e di economia monetaria alla luce degli effetti negativi sulla crescita dell’economia e sui livelli di occupazione.
Con i premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen aveva diretto la Commissione per le performance economiche e il progresso sociale, che nel settembre 2009 aveva proposto nuovi indicatori più adatti del Pil per determinare il livello di benessere delle popolazioni.
Nei giorni scorsi aveva preso posizione sulla guerra in Ucraina, sostenendo che il no al nucleare fosse un regalo a Putin. Fitoussi aveva spiegato che “l’Ucraina è Europa” e che se venisse trovato un compromesso in grado di soddisfare Putin, “l’Unione europea pagherà più di tutti” e “Mosca avrà ancora più potere sul gas“.
(in aggiornamento)
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