Il caso "Voice of Europe"
Moscagate, dietro lo scandalo degli eurodeputati filorussi pagati dal Cremlino c’è l’oligarca Viktor Medvedchuk

L’annuncio lo ha dato Alexander De Croo. “È venuto alla luce che la Russia si è avvicinata agli eurodeputati, ma li ha anche pagati, per promuovere la sua propaganda”, ha detto il premier belga. Il Parlamento Europeo compromesso, di nuovo. Dopo il caso Qatargate, scoppiato nel dicembre 2022 e poi sgonfiatosi, ora il cosiddetto Moscagate, potenzialmente ancora più pericoloso per la sicurezza europea, vista la guerra in Ucraina. E dietro all’infiltrazione di Mosca dentro all’Eurocamera potrebbe esserci una vecchia conoscenza ucraina.
Moscagate, gli eurodeputati pagati dal Cremlino
Che alcuni europarlamentari siano vicini alle posizioni del Cremlino è cosa nota, non sorprende più di tanto. Ma il fatto che potrebbero essere stati pagati più o meno direttamente da Mosca per diffondere la propria propaganda avrebbe tutt’altro effetto. I membri del Parlamento europeo coinvolti non si conoscono, ma la lente si sta concentrando sulle formazioni di estrema destra del gruppo Identità e Democrazia, come riportano alcuni media cechi e olandesi: il Rassemblement National di Marine Le Pen, i fiamminghi del Vlaams Belang, i tedeschi di Alternative fur Deutschland. E in realtà, secondo alcuni media, potrebbe essere nel mirino anche un europarlamentare di Reconquete!, il partito francese di Eric Zemmour, recentemente entrato nella famiglia dei Conservatori e Riformisti europei.
Spionaggio, la rete smantellata da polacchi e cechi
Il caso è scoppiato dopo un’operazione dei servizi polacchi, in collaborazione con quelli della Repubblica Ceca, che ha smantellato una rete di possibile spionaggio e disinformazione russa in Polonia. Qualche giorno fa, perquisizioni e interrogazioni hanno portato al sequestro di 48mila euro e 36mila dollari. Il ministro coordinatore per i servizi segreti polacchi, Jacek Dobrzynski, ha parlato di “attività mirate a organizzare iniziative e campagne mediali filorusse nei Paesi dell’Ue” con l’obiettivo di “indebolire la posizione della Polonia nell’arena internazionale e di screditare l’Ucraina e gli organi dell’Ue”.
Voice of Europe, il sito filorusso accusato di spargere propaganda
In questa operazione anti spionaggio è finita al vaglio degli investigatori il portale web Voice of Europe, una testata che potrebbe essere stata un veicolo dell’attività di disinformazione russa. Articoli faziosi, propaganda, interviste pagate. La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola ha detto di essere “a conoscenza delle accuse mosse” e di “star esaminando” la veridicità di quanto emerso.
Secondo le accuse, Voice of Europe ha di fatto sfruttato alcuni eurodeputati intervistandoli a pagamento. E dietro la testata di informazione ci sarebbe l’oligarca ucraino ma filorusso Viktor Medvedchuk, che la finanzia.
Chi è Viktor Medvedchuk, l’oligarca ucraino vicino a Putin
L’ultima volta che si è sentito parlare veramente di Medvedchuk è quando, nel settembre del 2022, è passato dalle mani dell’esercito ucraino a quello russo in uno scambio di prigionieri: in cambio della sua liberazione, e quella di 55 soldati russi, Kiev ha potuto riabbracciare ben 215 prigionieri ucraini. L’oligarca ucraino filorusso era stato catturato nell’aprile 2022 dopo essere evaso dagli arresti domiciliari, in cui era finito per tradimento e tentato saccheggio delle risorse nazionali nella Crimea.
D’altronde Medvedchuk è un alleato di Vladimir Putin. Anzi, come lui stesso lo ha definito, è “un amico personale”, tanto che il presidente russo è padrino della figlia dell’oligarca. Il 70enne Viktor Medvedchuk, inolte, è il presidente del partito filorusso Scelta Ucraina e ovviamente si è opposto all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
Moscagate, le reazioni del Parlamento europeo
Le indiscrezioni sul ‘Moscagate’ hanno scosso il Parlamento europeo. Lo scandalo su Voice of Europe “mina l’unità nell’Ue, è così che Putin sta cercando di farla franca con la sua guerra in Ucraina. Questa non è solo una violazione della fiducia; è un attacco diretto al tessuto stesso della nostra democrazia”, ha commentato la tedesca Terry Reintke, capogruppo dei Verdi all’Eurocamera.
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