Generalmente la tariffa del “minimo impegnato” sull’acqua per i commercianti è vantaggiosa: a fronte di una stima dei consumi, si stabilisce un forfettario obbligatorio che copra acquedotto, fognatura e depurazione, tutti servizi di cui si fruisce. Ma con le attività chiuse per la pandemia, e i costi di queste spese che ammontano tra i 50 e i 70 euro al trimestre, la sensazione tra gli imprenditori è quella di star gettando soldi al vento. Il lockdown non ha fermato le bollette dell’Abc Acqua pubblica, che hanno continuato ad arrivare nei negozi già in crisi economica.

Il meccanismo del minimo impegnato dovrebbe essere rivisto entro fine mese, ma per adesso i commercianti sono in rivolta. Luca Mascolo, presidente dell’Ente idrico campano (Eic) ha dichiarato che entro aprile arriverà “l’istruttoria per l’adeguamento dell’articolazione tariffaria per le utenze diverse dal domestico, l’applicazione delle tariffe ai volumi effettivamente consumati e l’eliminazione dell’attuale modalità di fatturazione a consumi”.

Una comunicazione che rassicura solo in parte quelli raggiunti dalle bollette, visto che non sarebbe comunque retroattiva e non prevede quindi rimborsi per quanto già pagato.

L’aggiornamento delle tariffe è comunque previsto ogni tre anni, ed è previsto un aumento del 4-5%. Le reti idriche necessitano di un miglioramento e lo spreco medio di acqua è al di sopra del 30%. Sergio D’Angelo, commissario di Abc Acqua pubblica, ha comunque sottolineato come le tariffe napoletane siano “tra le più basse d’Italia” e che “per tutto il periodo della pandemia è stato consentito agli utenti di poter pagare gli arretrati senza alcuna sanzione né interessi di mora e senza dover rispettare la loro scadenza naturale”.

Redazione

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