Una tradizione centenaria ribaltata: quest’anno in Ucraina il Natale tornerà a celebrarsi domani, 25 dicembre e non il 7 gennaio come nella storia della Chiesa ortodossa russa. La modifica (l’ultima Natale allineato al mondo occidentale era stato nel 1917) è emblema dell’ennesima rottura storico-culturale con Mosca, era stata approvata dal Parlamento ucraino a luglio, rappresenta l’ennesimo strappo alle convenzioni che avevano legato i due popoli, ed è stata adottata come parte di una serie di iniziative, tra cui la ridenominazione di strade e città legate al periodo in cui il paese, indipendente dal 1991, faceva parte dell’Unione Sovietica.

La differenza sulla data del festeggiamento del Natale ha da sempre riguardato alcune chiese ortodosse, comprese quelle in Russia e in Serbia, che continuano a seguire il calendario giuliano per le loro celebrazioni religiose anziché il calendario gregoriano, introdotto alla fine del XVI secolo. Durante il periodo del regime sovietico (1917-1991), che promuoveva l’ateismo, le celebrazioni natalizie si fondevano con quelle del Capodanno, che ancora oggi costituisce la principale festività per molte famiglie ucraine.

La nuova data per la celebrazione cristiana, determinata secondo il calendario gregoriano, è stata approvata dal Parlamento ucraino a luglio e promulgata dal presidente Volodymyr Zelensky. “Il popolo ucraino è stato a lungo soggetto all’ideologia russa in quasi tutte le sfere della vita, anche con il calendario giuliano e la celebrazione del Natale il 7 gennaio”, si legge nella proposta di legge. Ma “la potente rinascita della nazione ucraina continua” e “la continua e fruttuosa lotta per la sua identità contribuisce alla consapevolezza e al desiderio di ogni ucraino di vivere la propria vita, con le proprie tradizioni, le proprie festività'”, ha aggiunto.

Redazione

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