“Assunti per merito, cacciati per politica”
Navigator in presidio, la protesta per il lavoro di chi doveva trovare il lavoro ad altri con il reddito di cittadinanza

Presidio dei navigator davanti alla sede del ministero del Lavoro a Roma. “Assunti per merito … cacciati per politica”, lo slogan dei circa 1.500 che hanno vinto un concorso e che sono rimasti senza contratto dal 31 ottobre. E che chiedono il “riconoscimento dell’esperienza professionale”. Il presidio è stato convocato da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp. Circa un centinaio i manifestanti che sono arrivati da diverse parti d’Italia. Il governo di Giorgia Meloni non ha mai fatto mistero di voler smantellare in larga parte il sistema del Reddito di cittadinanza.
Alle figure professionali nate e assunte con l’Istituzione del Reddito di Cittadinanza, misura simbolo del Movimento 5 Stelle approvata dal governo Conte 1, il contratto scaduto lo scorso 31 ottobre non è stato prorogato. “Sul tema e nell’ambito delle attività di coordinamento, è stata invece avviata una mera attività ricognitiva tra le Regioni. Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del Ministero”, si leggeva in una nota diffusa dal ministero del Lavoro.
La misura era arrivata dopo altre, come quella della Regione Sicilia che aveva stabilito di spostare la scadenza dei contratti al 31 dicembre. Lo scorso aprile era scaduto il contratto di cococo, poco più di 1.500 persone erano state ricontrattualizzate fino al 31 luglio. Alle Regioni era stata data la possibilità di prorogarli per altri tre mesi, fino al 31 ottobre, a carico delle risorse assegnate alle Regioni. I navigator rimasti al lavoro erano 946 dei tremila inizialmente assunti dopo un concorso nazionale. La misura di sostegno resterà “per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare” mentre per gli altri, “per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro”, aveva detto la presidente del Consiglio.
“Sulla nostra pelle non si può costruire una diatriba politica – hanno dichiarato come riportato da Ansa – E non siamo fannulloni, né noi né chi percepisce il reddito di cittadinanza. Non vogliamo la proroga, ma un futuro dignitoso: vogliamo solo lavorare. Il nostro obiettivo oggi è di ottenere una risposta definitiva. Basta proroghe. Il progetto navigator era ed è un progetto valido. Ciò che non è valido è il paese in cui viviamo“.
Il segretario nazionale Uil temp Gianvicnenzo Benito Patrassi ha commentato che dopo tante richieste “verremo ricevuti, ci auguriamo risposte su come organizzare il lavoro di queste persone”. Il presidio è stato organizzato per spiegare ai lavoratori cosa sta succedendo. Finito l’incontro scenderemo e decideremo insieme cosa fare. Viviamo un paradosso. Tutti siamo consapevoli che i centri per l’impiego sono sotto organico, nonostante ciò mandano a casa questi lavoratori solo per un posizionamento politico. A noi non interessa che si chiamino navigator, sono professionisti indispensabili per mettere in campo le politiche attive che qualsiasi governo deve portare avanti”.
La segretaria nazionale Nidil Cgil, Silvia Simoncini, ha detto che dall’incontro “speriamo di trovare la volontà politica di trovare una soluzione”. “Vogliamo che ci sia una vera assunzione di responsabilità da parte del governo tutto, un’attenzione a dialogare. Si può trovare una soluzione strutturale all’interno del sistema di politiche attive“, ha detto sempre all’Ansa anche il segretario nazionale Felsa Cisl Luca Barilà.
“Quando si parla di lavoro la discussione verte su come trovare posti di lavoro ai navigator: ora sono meno di 1.000 perchè nel frattempo sono stati assunti per concorso pubblico. E noi dobbiamo trovare un impiego pubblico a chi era stato assunto per trovare lavoro a chi non lo aveva. Sembra una barzelletta ma è la realtà: un fallimento a spese di imprese e famiglie perché alla fine paghiamo sempre noi con le nostre tasse – ha commentato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi durante l’assemblea di Confindustria Bari e Bat – Noi abbiamo dove si pagano meno tasse sulle rendite finanziarie rispetto a quelle che pagano chi crea lavoro. E invece la migliore distribuzione della ricchezza è creare posti di lavoro e noi chiediamo solo questo: fateci lavorare e fateci creare posti di lavoro“.
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