In piazza Nazionale dopo 3 anni
Noemi più forte della camorra, l’urlo dei bambini: “Sorvegliate Napoli, vogliamo un futuro migliore”
Piazza Nazionale. Sono passati tre anni da un agguato atroce che trascinò in un incubo Noemi e la sua famiglia. La bimba all’epoca aveva quattro anni, fu raggiunta al petto da un proiettile impazzito, non era lei il bersaglio. Ma si trovava lì, sulla traiettoria disegnata dal killer, accanto ai tavolini di un bar insieme alla nonna (anche lei ferita) e alla madre. Finì a terra. Oggi Noemi è viva, ma porta su di sé i segni di quella ferocia ed è costretta a indossar un busto. Oggi è viva ed è tornata nella stessa piazza per inaugurare una seconda volta il murale a lei dedicato, quello che qualche mese fa venne sfregiato con della vernice.
Noemi, circondata dall’affetto di decine di bambini dell’Istituto Comprensivo Miraglia-Sogliano e dei giovani del Liceo Villari, ha firmato il disegno dedicato a lei e ha alzato il pollice come a dire: ok, va tutto bene. Come per dire: abbiamo sistemato il tentativo di nascondere il simbolo della lotta alla camorra. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) è per noi un’emozione indescrivibile – ha detto Tania, la mamma della bimba – il 3 maggio è una data che ha sconvolto la nostra vita, ma vedere questa stessa piazza con tanti bambini significa che stiamo lasciando un segno e continueremo a farlo. La presenza di tutti questi piccoli studenti e questi ragazzi significa che sanno da che parte stare: dalla parte di Noemi. Non so se vandalizzare il murale è stata una bravata di ragazzini o se un gesto deliberato, ma noi continueremo a dire basta a questo modo assurdo di vivere, al modo della camorra che non appartiene alla vera Napoli».
Noemi era diventata subito il di quella parte della città che non si arrende a un destino che sembra essere già scritto. In centinaia nei giorni successivi all’agguato, si radunarono in preghiera all’esterno dell’ospedale Santobono dove la piccola lottava tra la vita e la morte. «Abbiamo affrontato una lunga riabilitazione perché tornasse a camminare – ha ricordato la mamma – e ha ancora problemi alla colonna vertebrale. Il nostro impegno come genitori è fare in modo che i suoi sacrifici non siano vani perché non vogliamo che quello che è accaduto a lei possa capitare ad un altro bambino». Noemi è diventata il volto dell’innocenza e della ferocia insieme, di una piazza al centro della città che in pochi minuti si è trasformata in far west e che rischiava di diventare la tomba di una bambina di soli quattro anni.
All’iniziativa Ri-coloriamo piazza Nazionale hanno partecipato moltissimi bambini e figure istituzionali, c’era il prefetto Claudio Palomba, il sindaco Gaetano Manfredi e il questore Alessandro Giuliano. Ma anche la Chiesa. «Oggi finalmente facciamo memoria della vita e il merito della vita di Noemi è della sua famiglia, dei medici e anche di alcuni pezzi della città che hanno sostenuto con grande impegno la vita di Noemi – ha affermato don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis – ma la vita di Noemi è per noi anche un grande monito per ricordare che la vita è un dono da vivere e da accogliere ma anche un compito da realizzare con gli altri e per gli altri. Oggi celebriamo una ferita definitivamente rimarginata».
Da qui il monito e lo sguardo al futuro. «È molto bello – ha sottolineato – poter fare un anniversario di vita, Noemi sta continuando a combattere per stare sempre meglio. Ci auguriamo che questa possa diventare un’occasione propizia per tutti noi, per i ragazzi e per gli adulti per dire con chi dobbiamo stare e cosa dobbiamo fare. L’innocenza – ha concluso – resta la via maestra per poter restare umani e veri». Significativo il messaggio lanciato da Laura, una studentessa di 11 anni: “Noi siamo dei piccoli adolescenti inconsapevoli di ciò che accade ogni giorno a Napoli e nei nostri quartieri. Siamo qui anche per dirvi di sorvegliare bene Napoli perché anche noi facciamo parte dell’Italia e vogliano un futuro migliore”.
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