Ha chiesto scusa alla famiglia di Noemi, ha scagionato il fratello minore ma soprattutto ha negato ogni coinvolgimento in dinamiche di camorra. È questo il ‘succo’ delle dichiarazioni spontanee rese martedì da Armando Del Re nell’aula della terza sezione della Corte d’Appello di Napoli, dove è in corso il processo nei suoi confronti.

Del Re, 31 anni, è accusato di aver aperto il fuoco il 3 maggio 2019 in piazza Nazionale, a Napoli, ferendo gravemente una bambina di 4 anni, Noemi. La piccola ancora oggi porta i segni di quell’agguato: è costretta infatti a indossare un busto. Obiettivo del raid era il pregiudicato Salvatore Nurcaro, rimasto a sua volta ferito così come la nonna di Noemi. Del Re in primo grado è stato condannato a 18 anni di reclusione per triplice tentato omicidio con aggravante mafiosa, mentre il fratello Antonio a 14 anni per concorso.

Come spiega Repubblica, Del Re rompe il silenzio dopo due anni e mezzo e ammette le sue responsabilità: è stato lui ad aprire il fuoco in quel pomeriggio di due anni fa. Ma soprattutto, con le su dichiarazioni spontanee, Armando Del Re ‘assolve’ il fratello minore Antonio, imputato come lui: “Non c’entra”.

Il 31enne nega anche ogni coinvolgimento in fatti di camorra: “Sono incensurato, non appartengo a contesti camorristici”. Perché dunque il raid? Del Re racconta nell’aula della Corte di Appello che il tentativo di uccidere Nurcaro era dovuto ad un litigio per ragioni personali, nulla a che fare dunque con i clan. Del Re però non sa spiegare e dice di non sapere chi fossero le persone a bordo di una Fiat 500 che, secondo quanto riscostruito dalla Procura, avevano il compito di avvisarlo sulla presenza dell’obiettivo in piazza Nazionale.

Parole, quelle di Del Re, accolte con sdegno dai familiari di Noemi, parte civile nel processo.  “Dopo due anni dicono di essere colpevoli e di aver agito per una ‘pazzaria’”, scrive su Facebook la mamma di Noemi, Tania. “Pur di coprire il ‘sistema’, i loro mandanti e i loro sporchi affari, oggi gli stessi imputati si professano colpevoli e si  “addossano” la completa responsabilità di aver commesso il fatto. Con noi questi “giochetti” non funzionano. Spero il giudice terrà conto di questa subdola strategia al solo fine di nascondere la verità e ottenere uno sconto di pena“, denuncia ancora la mamma di Noemi.

Quanto alle richieste dell’accusa, il sostituto procuratore generale Rosa Annunziata, nella sua requisitoria ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per i fratelli Del Re. La sentenza è prevista per il prossimo 23 novembre.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.