I leader dell’UE si avvicinano all’accordo che porterebbe Ursula von der Leyen al suo secondo mandato come presidente della Commissione Europea. Nell’ambito dell’intesa i negoziatori avrebbero anche concordato che l’ex primo ministro portoghese António Costa sarà il prossimo presidente del Consiglio Europeo, mentre la premier estone Kaja Kallas svolgerà il ruolo di Alta Rappresentante dell’Unione Europea. La riunione, avvenuta pochi giorni prima del decisivo vertice dell’Ue in programma questa settimana (27 e 28 giugno), è stata la prima da quando le elezioni hanno spostato il Parlamento europeo a destra, con le grandi sorprese dei partiti nazionalisti e di estrema destra di Francia e Germania.

Nel corso della cena a base di focaccia con cipolle e acciughe, merluzzo in padella e babà al rum, i leader hanno discusso riguardo le assegnazioni di tre poltrone chiave. Von der Leyen, che ha guidato la commissione durante la pandemia di coronavirus e la guerra in Ucraina, ha visto aumentare le sue possibilità di un secondo mandato grazie al fatto che il Partito popolare europeo di cui fa parte ha ottenuto il maggior numero di seggi nel Parlamento. Come riportato dalla testata Politico, e da diversi media tedeschi, von der Leyen negozierà direttamente con Giorgia Meloni per la futura maggioranza Ue, non in quanto leader dei conservatori ma in qualità di premier italiana, per decidere quale sarà il portafoglio riservato all’Italia nella prossima Commissione europea.

L’accordo di massima però deve passare un altro esame complicato, quello del Consiglio Ue. Ed è qui che Meloni può far valere il suo peso di presidente del Consiglio del terzo Paese europeo più importante, il cui consenso è necessario per arrivare a una tranquilla approvazione in Parlamento. Per questo la leader di FdI contratterà i ruoli per l’Italia da premier e non da leader dei Conservatori, liberandosi in parte, salvo manifestazioni di dissenso interne alla formazione, della responsabilità di mettere d’accordo l’ala più progressista della maggioranza e quella più conservatrice di Ecr. Una strategia che potrebbe rivelarsi vincente per la presidente del Consiglio, oppure, un passo falso che indebolisce la sua posizione nella galassia nazionalista europea.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha espresso fiducia nell’accordo rifiutandosi però di rispondere se ci fosse stata una vera e propria maggioranza per von der Leyen: “È nostro dovere collettivo prendere una decisione entro la fine di giugno”, ha detto ai giornalisti. E sarebbe proprio l’ex primo ministro portoghese António Costa il favorito a succedere a Michel come presidente del Consiglio europeo. La premier estone, Kaja Kallas, sarebbe invece in pole per ricoprire la posizione attualmente occupata da Josep Borrell. Per tutti e tre però la strada non è ancora spianata. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha chiesto “chiarimenti pubblici” sullo scandalo di corruzione che ha costretto Costa a lasciare l’incarico lo scorso anno.

Costa non è stato accusato di alcun crimine, ma è in corso un’indagine per presunta corruzione da parte del suo governo. Peter Pellegrini, presidente della Slovacchia, che sostituisce il primo ministro Robert Fico ricoverato in ospedale a causa del tentativo di omicidio, ha affermato che i leader devono essere “molto attenti” su chi rappresenterà l’Unione a livello internazionale: “Dobbiamo avere lì [in Ue ndr.] una persona che possa calmare la situazione, che ora è estremamente tesa”, ha detto. Pellegrini non ha fatto il nome di nessuno, ma la sua frase potrebbe essere letta come una velata critica a Kallas, sottintendendo che potrebbe essere meglio proporre un leader di un governo meno ostile alla Russia.

Inoltre il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, il cui partito è stato espulso dal PPE nel 2022 a causa delle preoccupazioni per il deterioramento degli standard democratici, ha già chiarito che non sosterrà von der Leyen che tuttavia può essere nominata senza il sostegno unanime dei leader dell’UE. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, arrivando al vertice, preme sull’acceleratore per giungere ad una scelta rapida: “Dato che la piattaforma politica che finora ha sostenuto la presidente in parlamento ha nuovamente la maggioranza, credo che sarà possibile trovare velocemente a una soluzione sensata”. Il primo ministro olandese uscente, Mark Rutte, ha dichiarato: “Sono positivo nei confronti di Ursula von der Leyen, ma non sto dicendo che la sosteniamo”. Meloni ha inoltre incontrato Orbán dove, come ha spiegato il portavoce del primo ministro ungherese, “hanno discusso di questioni politiche riguardanti la destra europea”.

Il leader ungherese ha incontrato anche l’ex primo ministro polacco Mateusz Morawiecki del partito Diritto e Giustizia. Questi meeting alimentano le aspettative che il partito Fidesz di Orbán possa aderire all’Ecr, che annovera tra i suoi membri sia Diritto e Giustizia che Fratelli d’Italia. Orbán ha avuto anche un incontro separato con Mark Rutte, mentre l’Ungheria continua a bloccare la sua nomina a segretario generale della NATO. Alla domanda sull’incarico – che non rientra nei negoziati con l’UE – Rutte ha detto semplicemente: “Vedremo”.