La protesta in diretta
“Non mi sento un’eroina, temo per i miei figli”, la paura della giornalista russa Marina Ovsyannikova

La giornalista russa Marina Ovsyannikova ha rilasciato un’intervista alla Reuters. “Mi è tornata in mente la mia infanzia in Cecenia. In qualche modo, ho cominciato a capire cosa stanno passando quelle povere persone in Ucraina. Ed è qualcosa che non si può accettare”, ha detto la giornalista che ha messo in scena una protesta contro la guerra in Ucraina durante il telegiornale del primo canale nazionale Rossija 1. Da dodici anni alla televisione russa, la giornalista ha avuto una multa di 30mila rubli che equivale a circa 280 euro, ma rischia molto di più. Per il momento non può essere arrestata in quanto madre di due minorenni. È stata però aperta un’indagine nei suoi confronti.
La Duma ha aumentato nelle settimane scorse le pene detentive fino a 15 anni per quelle che il Cremlino considera fake news. Bandite espressioni come “guerra” e “invasione”. Ovsyannikova è nata nel 1978 a Odessa, in Ucraina. Redattrice delle edizioni locali. Figlia di padre ucraino e madre russa. Ha esibito in diretta, alle spalle della conduttrice del Tg un cartello con un no alla guerra scritto in inglese e poi l’appello scritto in cirillico: “Fermate la guerra, non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo”. Le sue immagini hanno fatto il giro del mondo.
Prima di andare in video aveva registrato e pubblicato una dichiarazione diffusa sui social: “Quello che avviene in Ucraina è un crimine. La Russia è il Paese aggressore. La responsabilità ricade su una sola persona: Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa, e non sono mai stati nemici. La Russia deve fermare immediatamente questa guerra fratricida. Purtroppo negli ultimi anni ho lavorato al Primo canale, occupandomi della propaganda del Cremlino e ora ne provo molta vergogna, perché ho consentito di dire bugie alla nazione e di zombizzare i russi. Abbiamo taciuto nel 2014, quando tutto questo era solo all’inizio. Non siamo scesi in piazza quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo solo osservato in silenzio questo regime disumano. E ora ci ha voltato le spalle tutto il mondo, e altre dieci generazioni non potranno cancellare la macchia di questa guerra”.
Subito oscurato il tg sul sito, lei subito arrestata. Il Presidente ucraino Zelensky l’ha ringraziata. “Noi vivevamo a Grozny, e ricordo quando dovemmo lasciare la nostra casa all’improvviso, perché restare era diventato pericoloso. Avevo 12 anni, c’erano bombardamenti continui. Da un giorno all’altro prendemmo quel che potemmo prendere delle nostre cose, e partimmo”, ha detto a Reuters ricordando la sua infanzia e le due guerre russo-cecene. E quindi ha ricostruito come è nata la sua protesta: “All’inizio ho pensato di andare con un cartello in una piazza vicino al Cremlino. Ma poi ho pensato che l’effetto sarebbe stato nullo. Sarei diventata soltanto un’altra manifestante arrestata. Desideravo anche mandare un messaggio al popolo russo. Non siate degli zombi, non date retta a questa propaganda. Imparate come analizzare le notizie, e cercate altre fonti, che non siano la televisione russa di Stato”.
Marina Ovsyannikova ha detto di non voler lasciare il Paese. “Non mi sento un’eroina, volevo solo che il mio sacrificio non risultasse vano e che servisse ad aprire gli occhi alla gente”, ha detto. Soprattutto spera che “non accada nulla ai miei figli. L’unica cosa che mi preoccupa davvero è la loro sorte – ha aggiunto – Credo in quel che ho fatto, ma ora capisco anche l’entità dei problemi che dovrò affrontare, e sono molto preoccupata per la mia sicurezza”.
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