Secondo il presidente del Giappone Tishihide Suga le Olimpiadi di Tokyo 2021 saranno la prova che il mondo ha sconfitto il coronavirus. Della stessa idea però non sono i circa 10mila volontari che insieme ad altre 70mila persone si erano proposti per dare una mano con l’organizzazione dei Giochi. La preoccupazione principale è, ancora una volta, il Covid-19.

Inoltre, il fare un passo indietro nell’aiutare il proprio paese a organizzare un evento mondiale sono state anche le parole dette dall’amministratore delegato, Toshiro Muto. Mille persone infatti si sono ritirare già a febbraio dopo che Yoshiro Mori che in quel periodo era il presidente del comitato organizzatore, ha detto in una conferenza ufficiale: “le donne parlano troppo durante le riunioni”. Le mille persone che però hanno rinunciato all’incarico non hanno preoccupato Muto in quanto c’erano ancora abbastanza volontari per organizzare nei tempi giusti e nel migliore dei modi sia le Olimpiadi che le Paralimpiadi.

Il capo segretario di gabinetto Katsunobu Kato ha sottolineato che il comitato organizzatore adotterà misure anti-contagio per tutelare al meglio i volontari che però a loro volta devono seguire con attenzione le future misure di sicurezza che verranno indicate.

La decisione delle 10mila persone che si sono ritirate non ha stupito il Giappone in quanto già da tempo è noto che la maggior parte della popolazione è contro all’organizzazione delle Olimpiadi in questo periodo di pandemia. Infatti, un recente sondaggio locale ha rilevato che più dell’80% dei giapponesi non voleva che Tokyo ospitasse i Giochi. Il Giappone al momento sta affrontando la quarta ondata del Covid-19 e meno del 3% della popolazione ha ricevuto la seconda dose del vaccino. Il Giappone rientra tra uno dei Paesi industrializzati con il tasso più basso di vaccinati e l’opinione pubblica crede che una delle cause del “fallimento” della campagna di vaccinazione è proprio l’organizzazione delle Olimpiadi che sta facendo distrarre il governo. Tokyo, insieme ad altre città giapponesi, è in stato di emergenza.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia