Una corrente per domarli, una corrente per trovarli, una corrente per ghermirli e nel buio incatenarli. Si sa, la fan di Tolkien è la premier Giorgia Meloni, ma questa citazione si attaglia perfettamente agli intrighi interni al Pd. Una nuova corrente, dunque. E un sogno: l’ingresso di Giuseppe Conte nel Partito democratico. La seconda ipotesi, al momento, circola a livello di suggestione. Fantapolitica, forse. Eppure se ne parla. Al Nazareno come a Via di Campo Marzio, quartier generale dei Cinque Stelle. Un’altra corrente invece è uno scenario che potrebbe materializzarsi a breve. Dopo le elezioni Europee dell’8 e 9 giugno.

Il cuore delle ultime trame è ancora una volta la città di Roma. Che è anche il cervello di un certo tipo di sinistra dem di ascendenza Pci e poi Pds. È lì che si sta manifestando l’ennesima alchimia. Un ircocervo che unisce alcuni esponenti dem dal pedigree “riformista” e figure storiche del post-comunismo romano. In un contesto del genere non si può che partire da Goffredo Bettini, considerato da sempre, a torto o a ragione, uno dei burattinai più influenti all’interno della galassia del Pd. È sua l’idea di puntare su un sindaco. Un pragmatico, dal retaggio piuttosto moderato. Stiamo parlando del sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Candidato alle elezioni Europee nella circoscrizione dell’Italia Centrale. In un collegio dove è già tutti contro tutti.

Con l’ex governatore Nicola Zingaretti appoggiato da una parte della sinistra romana, Marco Tarquinio sostenuto dai cattolici pacifisti vicini alla Comunità di Sant’Egidio, il sindaco di Firenze Dario Nardella in quota minoranza dem. A muoversi tra le linee ci sono Bettini e Ricci. La strana coppia. Il primo cittadino di Pesaro domenica era a Testaccio, alla manifestazione del Pd con Elly Schlein, per incontrare alcuni suoi grandi elettori nel Lazio. È lui l’uomo che dovrebbe spaccare la sinistra dem e dare vita all’ennesima “area politica”. Nient’altro che una corrente nuova di zecca. Oltre la segretaria e oltre un’opposizione interna inconcludente. Con uno sguardo a Conte, che è notoriamente amico di Bettini.

A Roma con Bettini c’è anche il deputato Claudio Mancini. Mentre in Parlamento si attendono le mosse dell’ex ministro Andrea Orlando. Proprio quest’ultimo, insieme al Richelieu che fa la spola tra la Capitale e la Thailandia, aveva tentato il blitz a ridosso dell’ultimo congresso. Quello che ha eletto, a sorpresa, Schlein come segretaria del partito. Anche allora l’uomo giusto era Ricci. Il funambolo capace di scardinare la dialettica binaria tra schleiniani e anti-schleiniani. Poi l’operazione andò in fumo. Ma ora il sindaco di Pesaro ha l’occasione di misurarsi con il voto e nel Pd si dice che in Lazio “andrà fortissimo”. Un bel biglietto da visita per la nuova iniziativa di Bettini.

Il problema è che se, come pare, i dem dovessero essere sopra il 20% alle Europee, al Nazareno ci si attende un periodo di relativa stabilità interna. Ma l’obiettivo è influenzare una segretaria troppo chiusa in un confronto con pochi fedelissimi. Tessere la trama con una parte dell’area “riformista”, guardando anche ai cattolici. Infatti Bettini oggi presenterà il suo libro, Attraversamenti, a Roma insieme a Marco Tarquinio e Andrea Riccardi. Domani a Tor Bella Monaca, periferia romana, con Matteo Ricci. In un tour di presentazioni che si incrocia con la campagna elettorale per le Europee e la sfida delle preferenze dentro il Pd. Il 13 maggio scorso, sempre a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, alla prima presentazione del libro c’erano anche Francesco Rutelli e Giuseppe Conte. L’ex leader della Margherita e il capo del M5s. Un parterre che è tutto un programma.

Il sogno proibito, infatti, sarebbe un ingresso di Conte nel Pd. Magari insieme a un gruppo di pentastellati contiani. Ma ciò che importa è il volto dell’ex avvocato del popolo italiano. È prematuro parlare delle modalità, ma è indubbio che il probabile flop del M5S alle elezioni europee potrebbe avvicinare l’ex premier al Nazareno. Le Europee, dunque, non è escluso che siano il viatico per svincolare Conte dal M5S e sicuramente saranno la prima occasione per “misurare” il consenso dell’area Bettini incarnata da Ricci in questa competizione elettorale. Con un obiettivo di lungo termine: aspettare che si esaurisca il dinamismo della leadership di Schlein. In quel caso il nome di Conte potrebbe tornare davvero in auge anche all’interno del Pd. Con un M5S di nuovo isolato nella ridotta delle origini del Vaffa.