Sono passati 15 anni da quella terribile notte dell’1 novembre in cui Meredith Kercher, 21 anni, studentessa in Erasmus in Italia, fu uccisa nell’appartamento che condivideva con Amanda Knox a Perugia. Per Stephanie, sorella di Meredith, il dolore non si è affievolito nemmeno un po’. Anzi, gli anni e la frustrazione di non sapere chi ha ucciso sua sorella lo hanno acuito. E vorrebbe che il caso fosse riaperto per capire chi fossero i responsabili oltre a Rudy Guede, unico condannato per quella drammatica morte.

Sono tante le domande che si pone ancora Stephanie, come riportato dal Corriere della Sera, che è sempre stata al fianco dei suoi genitori per tutti i lunghissimi anni del processo. Ora madre e padre non ci sono più, ma in lei resta viva la voglia di lottare e capire cosa sia successo quella notte. Amanda Knox e Raffaele Sollecito all’inizio furono indicati come complici di Rudy Guede ma poi furono assolti definitivamente. Sono sempre stati solo questi i tre nomi intorno ai quali sono girate le indagini e i processi, non è mai esistita un’ipotesi alternativa e dunque è impossibile riaprire le indagini. Ma, nonostante siano passati 15 anni, la sorella continua a chiedere giustizia. “Il passare del tempo non attenua niente e rimane in me un profondo senso di delusione perché il ragionamento dei giudici non coincide con l’esito del processo. La sentenza di condanna di Guede diceva che lui era coinvolto nell’omicidio assieme ad altri ma dove sono gli altri? Nella conclusione di questo processo io vedo molte domande senza risposte”, ha detto Stefanie intervistata dal Corriere.

Stephanie ha presenziato in aula e pianto in ogni fase del processo accanto ai suoi genitori. “La durata stessa del processo è stata una ferita che ha reso più difficile elaborare il lutto – ha continuato – Assistere alle udienze è stata ogni volta una sofferenza, e soprattutto per i miei genitori è stata durissima”. Il mondo crollò addosso alla famiglia Kercher in quel 1 novembre del 2007. Un processo che cambiò la vita anche di tutti gli imputati. A 15 anni dalla sua scomparsa la nostalgia della sorella è una ferita incolmabile. “Era molto divertente, intelligente e premurosa con gli amici e con la famiglia, specialmente con mia madre. Se chiudo gli occhi posso ancora vederla, sentirla… Il vuoto che ha lasciato non potrà mai essere colmato. il dolore rimane anche se passa il tempo. Ci sarà sempre posto per lei nei miei pensieri e nel mio cuore”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.