Ergastolo per Filippo Turetta. Nel processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, il pm Andrea Petroni ha chiesto la massima pena alla Corte d’Assise di Venezia,  dopo una lunga memoria che ripercorre le fasi della storia del 23 enne con la ragazza, i dettagli dell’omicidio datato 11 novembre 2023, il tentativo di fuga e i comportamenti dell’imputato.

La requisitoria del pm: dalla gelosia di Turetta al cruento l’omicidio

Nonostante la coincidenza con la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il pubblico ministero ha iniziato il suo discorso precisando l’assenza di “riflessioni sul femminicidio come tematica” in quanto in sede di tribunale “si accertano solo responsabilità individuali”. Il pm ha ricordato di un rapporto tra i due ragazzi caratterizzato da forte pressione, dal controllo. Ha letto in aula i messaggi che Filippo le scriveva: “Ti farò pentire di tutto il male che mi stai facendo…”, “Se la mia vita finisce la tua non vale niente” e ancora “La mia vita è finita e anche la tua se non ci laureiamo insieme'”. E poi ha descritto i cruenti istanti dell’aggressione durata in tutto sei minuti, con 75 coltellate, il corpo coperto da sacchi neri e abbandonato, il tentativo di fuga del reo, di cancellare le prove, arrivando a precisare l’assenza di volontà suicida, affermata invece da Turetta.

“Turetta ci ha preso in giro”

Il pm ha detto di essersi sentito “preso in giro” dal giovane, sia nell’interrogatorio in carcere a Verona seguito all’arresto in Germania sia in quello in aula, nella scorsa udienza. “Sono stati innumerevoli i tentativi di invitare l’imputato a dire quello che era successo.  I risultati si sono visti anche nella scorsa udienza”. Per il rappresentante della pubblica accusa è chiara la premeditazione (“difficile trovarne una più provata di questa, un caso di scuola con il piano pensato quattro giorni prima”), così come l’ aggravante dello stalking. Una requisitoria durate due ore e mezzo in cui il pm ha negando i possibili elementi difensivi. “Per Turetta – ha aggiunto – anche per la giovane età ci sarà la possibilità di un’attenuazione futura”, ricordando che nel nostro ordinamento è previsto che si possa accedere dopo 26 anni alla liberazione anticipata e che anche nell’ergastolo è prevista la rieducazione.

Turetta aveva la possibilità di scegliere

Prima di chiedere l’ergastolo il pm ha ricordato che Filippo aveva la possibilità di scegliere: “Era di buona famiglia, andava nelle scuole che frequentano i nostri figli, aveva buoni voti, si stava per laureare in una facoltà complessa, aveva la macchina. Turetta non è una di quelle persone in debito con lo Stato. Aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere”. Presente in aula l’imputato, a testa bassa, assente il padre di Giulia. Martedì le arringhe della difesa con Turetta che dovrebbe riprendere la parola La sentenza è attesa per il 3 dicembre.

Redazione

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