Attesa l'autopsia
Omicidio Tramontano, il “caso è chiuso” su Impagnatiello | Cosa è successo quella notte | La tesi degli inquirenti

Quella notte Impagnatiello avrebbe agito da solo. Per la Procura di Milano non ci sono al momento riscontri o elementi che facciano pensare a un complice di Alessandro Impagnatiello che lo abbia aiutato a nascondere il corpo della fidanzata Giulia Tramontano
Nessuno lo avrebbe aiutato a ripulire la casa di Senago dopo l’omicidio. Un appartamento che ad occhio nudo non sarebbe mai potuto sembrare la scena di un crimine tanto efferato. L’abitazione del barman e della 29enne, uccisa al settimo mese di gravidanza, si è presentata “pulita” con in un ordine definito quasi “maniacale”. Il caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, comunque, stando a quanto riferito in Procura, “è chiuso”. Anche se mancano da approfondire eventuali profili di favoreggiamento. Diverso è se dovessero emergere profili di concorso nell’occultamento del corpo, altro reato contestato a Impagnatiello.
Cosa è successo quella notte secondo i pm
Quella sera in via Novella 14 a Senago, Giulia è rientrata a casa dopo aver incontrato nel pomeriggio l’altra ragazza italo-inglese di 23 anni con la Impagnatiello aveva una relazione. Pochi minuti prima del suo rientro Impagnatiello, solo a casa, cerca su internet – come eliminare le macchie di bruciato dalla ceramica della vasca – e – come eliminare le macchie di candeggina e di sangue – poi aspetta la compagna che entra in casa intorno alle 20.00.
Alcuni giorni prima e dopo l’omicidio, Impagnatiello, usa internet per altre ricerche connesse a quello che aveva intenzione di fare e a quello che poi avrebbe realizzato. Giulia era già stata uccisa da circa 48 ore eppure lui su Google digita: come inviare messaggi WhatsApp programmati. Un particolare sul quale si sono interrogati gli inquirenti perché l’assisino in fase di interrogatorio ha dichiarato di essersi disfatto del cellulare della Tramontano la sera stessa dell’omicidio. A quanto si è appreso da ambienti investigativi, l’uomo cercava un modo di programmare da remoto le risposte ai suoi finti messaggi di disperazione inviati a Giulia Tramontano dopo l’omicidio, nel tentativo di depistare le indagini.
Giulia rientra a casa e a questo punto, secondo la ricostruzione della Procura, scoppia una lite che culmina nell’omicidio. Tramontano avrebbe colpito più volte usando un grosso coltello da cucina. Impagniatiello ha collocato l’orario alle 21 durante l’interrogatorio di convalida del fermo mentre nella prima confessione aveva parlato di poco prima delle 20.30. Domani sono attesi i risultati dell’autopsia.
A quel punto trascina il corpo dal salotto al bagno e lo sistema nella vasca da bagno. Tenta di darle fuoco utilizzando dell’alcol ma non ci riesce. Decide quindi di spostare nuovamente il corpo della ragazza. Lo avvolge in una pellicola trasparente rinvenuta dagli investigatori all’interno dell’appartamento e compatibile con quella utilizzata per chiudere il cadavere. Impagnatiello avrebbe poi trascinato il cadavere di Giulia, incinta al settimo mese di gravidanza, giù per le scale. Un teste ha dichiarato di aver sentito dei rumori provenienti dalle scale ipoteticamente compatibili con lo sbattere di un corpo. Raggiunta la cantina decide di nasconderlo lì per un po’.
Non si conoscono ancora i dettagli sugli orari e la ricostruzione dovrà essere confermata da ulteriori indagini, ma a questo punto Impagnatiello avrebbe gettato in un tombino alcuni effetti personali della ragazza, recuperati nei sopralluoghi sulla rete fognaria. Sarebbe poi rientrato in casa e nel giro di poche ore avrebbe ripulito l’appartamento, le scale e il pianerottolo. A tarda notte il ragazzo sarebbe uscito in macchina per recarsi in viale Certosa nel tentativo di incontrare l’altra ragazza italo-inglese di 23 anni con cui intratteneva una relazione e che nel pomeriggio di sabato si era incontrata con Giulia.
È quanto si apprende a meno di 24 ore dal sopralluogo effettuato nell’abitazione di via Novella 14 dove si è consumato il delitto la sera di sabato 27 maggio, effettuato dai carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano e dai pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella.
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